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TORNA LA COPPA, MA GLI ZERO TITOLI COMPIONO 18 ANNI: È IL MOMENTO DI TORNARE A PARLARE COI TIFOSI. INTANTO SI SCALDA MURIEL: SERVONO I SUOI SCATTI PER UN 2019 A TUTTO GAS
domenica 13 gennaio 2019, 00:00L'opinione
di Leonardo Bardazzi
per Firenzeviola.it

TORNA LA COPPA, MA GLI ZERO TITOLI COMPIONO 18 ANNI: È IL MOMENTO DI TORNARE A PARLARE COI TIFOSI. INTANTO SI SCALDA MURIEL: SERVONO I SUOI SCATTI PER UN 2019 A TUTTO GAS

C’è la Coppa Italia e il pensiero torna all’inchino di Nuno Gomes sotto la Fiesole che regalò il trionfo tanto atteso. Era il 2001 e da allora la bacheca è rimasta mestamente vuota: gli zero titoli viola così quest’anno diventano maggiorenni, non esattamente quello che i Della Valle avevano sognato quando presero la Fiorentina dalle ceneri del fallimento. Non sarebbe male allora riflettere bene su quanto proposto dal centro di coordinamento dei viola club in questi giorni, sulla possibilità di incontrare i tifosi e ribadire quale sia l’idea di futuro. 

Il 2019, come si sa, sarà fondamentale per il via libera definitivo sullo stadio e per la costruzione del centro sportivo dei giovani, ma nel calcio conta il campo, la costruzione di una squadra in grado di esprimere davvero la passione e il senso di appartenenza dei fiorentini nei confronti della loro squadra. La lettera con l’ennesima richiesta di un incontro è arrivata fino a Casette d’Ete, adesso i tifosi si aspettano risposte. Consapevoli che l’autofinanziamento resterà un caposaldo, ma anche che dopo stagioni deludenti, la città ha il diritto di sapere. Parlarsi, in fondo, può solo aiutare. Sono i silenzi, invece, alimentano incomprensioni e permali. Nella vita, come nello sport. 

Intanto come detto si gioca e Pioli potrà giocarsi fin da subito la carta Muriel. Il colombiano ha esordito col botto, tre gol in pochi minuti e tanti applausi: ha voglia si spaccare il mondo, è in discreta forma e soprattutto è forte per davvero. E’ lui insomma il valore aggiunto per provare a battere il Toro e per sperare in un girone di ritorno dove Pioli, per strappare un posto in Europa, dovrà conquistare almeno 33-34 punti. Luis, con Chiesa, pare stia facendo nascere un bel feeling, giocherà prima punta e proverà a lasciare subito il segno. Con lui servirà usare di più il fraseggio palla a terra e naturalmente le immediate verticalizzazioni che esalterebbe lo scatto del numero 29. Più avanti poi si potrà provare la coppia con Simeone, ma solo a patto che il Cholito dia segnali di risveglio. A centrocampo invece oggi non mi aspetto novità, almeno finché Corvino non farà arrivare rinforzi: Noorgard merita altre chances, con lui la squadra è più quadrata, più logica e più ordinata. L’esperimento Veretout regista non è andato granché, meglio tornare al passato. Anche perché il francese ha caratteristiche dinamiche (e un gran tiro) che lo rendono preziosissimo per provare a migliorare i numeri dell’attacco. 

Il nome giusto per il nuovo centrocampo viola a proposito sembrava essere Pedro Obiang, ma nel giro di una nottata si è tutto complicato. Personalmente non ho mai visto Obiang fare la differenza, ha gran fisico e buona corsa, conosce il nostro calcio e ha esperienza, ma non sembra il giocatore in grado di alzare così tanto il tasso tecnico della squadra. Obiang infatti non è un regista, semmai è un Dabo con i piedi più educati: sono sincero, sognavo di meglio (Diawara sarebbe stato un’altra storia, ma il Napoli chiede cifre da capogiro), ma capisco che a gennaio bisogna fare di necessità virtù, soprattutto se le tante cessioni in ponte stentano a diventare realtà. La prospettiva di spendere altri 10 milioni dopo l'acquisto di Muriel comunque è un ottimo segnale che arriva dal club, a patto che la prossima estate (dove in ogni caso qualche sacrificio in termine di cessioni andrà messo in conto) non torni a essere l'occasione per far cassa. Adesso si tratta di capire chi possa essere l'alternativaSentire che Badelj vuol già lasciare la Lazio comunque lascia l’amaro in bocca: non sarebbe stato meglio (e lo dico a lui come alla società) fare un altro piccolo sforzo per non dirsi addio? 

Detto questo, conta il campo, il Toro, il passaggio del turno in coppa. Da Malta sono tornati tutti felici e sicuri di poter partire alla grande. L’anno scorso la ripartenza fu un disastro: 1-3 a Marassi, 1-4 in casa con il Verona. Per questo Pioli ha chiesto di andare in ritiro, per questo stavolta non ha voluto lasciare niente al caso. La prima riprova l’avremo tra poche ore, contro una squadra anch’essa alla ricerca di gloria e contro un allenatore che, da buon toscano, contro la Fiorentina dà sempre qualcosa in più. Diciotto anni senza trofei però sono tanti, troppi. La Coppa Italia è la nostra Europa, il 2019 insomma dovrà partire a tutto gas. Come i dribbling di Muriel.