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ALL’ARECHI SERVE UNA FIORENTINA DOC. STADIO DIFFICILE, PESSIMI RICORDI. SALVEZZA CONTRO EUROPA: LA SFIDA È QUI. JUVE ALLE SPALLE, I VIOLA SONO PRONTI. ODRIOZOLA CI SIAMO, JACK FORSE ANCORA NO. FINALE DI STAGIONE DAVVERO EMOZIONANTETUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Falsini
sabato 23 aprile 2022, 11:05L'opinione
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

ALL’ARECHI SERVE UNA FIORENTINA DOC. STADIO DIFFICILE, PESSIMI RICORDI. SALVEZZA CONTRO EUROPA: LA SFIDA È QUI. JUVE ALLE SPALLE, I VIOLA SONO PRONTI. ODRIOZOLA CI SIAMO, JACK FORSE ANCORA NO. FINALE DI STAGIONE DAVVERO EMOZIONANTE

Era il 28 febbraio ’99, giornata numero 23, Fiorentina in lotta per lo scudetto, ma corsa già rallentata dall’infortunio capitato ad inizio mese al Re Leone. All’Arechi finì 1-1 gol di Di Vaio e Torricelli, dopo che Bernardini aveva fallito un rigore per i campani. In quella Salernitana allenata da Delio “Tyson” Rossi c’era in porta un fiorentino del Galluzzo, Andrea Ivan che qualche anno dopo sarebbe finito a difendere i pali della Florentia Viola, con le macerie ancora fumanti del fallimento. C’era pure Tosto, seppur quel giorno in panchina, cresciuto nel vivaio viola. E in mezzo al campo un giovane Gattuso. Quella è stata l’ultima volta della Fiorentina a Salerno. 

Il 3 novembre ’98, invece, nella solita stagione, era successo all’Arechi il fattaccio della bomba carta, lanciata da alcuni ultrà della Salernitana, penetrati nello stadio nonostante un cordone dovesse impedirne l’ingresso: erano i sedicesimi di Coppa Uefa, gara di ritorno, con i viola del Trap in esilio perché il Franchi era squalificato dai tempi della Coppa delle Coppe (semifinale di ritorno col Barcellona di Ronaldo, il Fenomeno). Dopo l’andata vinta in Svizzera 0-2, la Fiorentina stava conducendo agevolmente per 2-1, ma i tifosi locali, per vendicarsi di eventi precedenti, tirarono la bomba carta in zona quarto uomo e addio coppa per i viola. E pensare che la Fiorentina dopo aver disputato il primo turno a Bari contro l’Hajduk Spalato, scelse Salerno per devolvere l’incasso alle vittime dell’alluvione di Sarno… 

Domani i viola rimetteranno piede all’Arechi dopo 23 anni, nel calcio un’era geologica. Per la cronaca nella storia hanno vinto tre delle cinque sfide contro la Salernitana in serie A, ma tutte però nei gironi d’andata. Nelle sfide del ritorno i campani sono rimasti imbattuti grazie a una vittoria (2-0 il 28 marzo 1948) e un pareggio, appunto, del ’99. 

Pochi incroci, dunque, ma campo difficile. Non solo per  antiche ruggini e pessimi ricordi, ma anche perché la formazione di Nicola, data spacciata fino a poco tempo fa, con la vittoria ottenuta nel recupero di Udine è tornata prepotentemente in corsa per la salvezza, in virtù pure di un altro recupero da spendere. Le differenze tra Salernitana e Fiorentina ci sono, eccome, sia come cifra tecnica che fisica, ma questo non basta. Serve una Fiorentina doc, quella che conosciamo bene, per passare senza dolori all’Arechi. La Salernitana non vince in casa dal 2 ottobre scorso (1-0 al Genoa) e quella è stata l'unica vittoria interna dei granata in campionato. Record negativo nei maggiori cinque campionati europei, al pari di Genoa e Metz. 

La Fiorentina, invece, ha vinto le ultime tre partite di campionato e non registra una striscia più lunga dall’aprile 2018 (sei sotto la guida di Stefano Pioli). Successi figli della reazione umana dello spogliatoio dopo la tragedia di Davide Astori. Non sarà solo una questione di gioco, ma anche di testa. La botta di Torino è fresca, eppure al di là di tutte le considerazioni sulla formazione e su qualche uomo sotto rendimento, l’eliminazione di Coppa Italia deve essere declinata al trapassato remoto. Non conta più pensarci e macerarsi. E’ finita così e non è stato comunque un disastro: la Fiorentina, tra le quattro semifinaliste, era per distacco la più debole: essere arrivata fino a quel punto dopo aver annichilito Atalanta e Napoli, è già un traguardo incredibile. La notte dello Stadium tornerà utile a prescindere perché aiuterà a crescere il gruppo di Italiano e Italiano medesimo. 

Il resto della stagione viola è da 7,5 in pagella, in tendenza all’8 se consideriamo tutto. Domani, 23 aprile, la Fiorentina scenderà in campo a 6 turni dal termine lanciata verso la conquista di un piazzamento europeo. Se ce lo avessero detto a Moena nel luglio scorso, tanti di noi avrebbero sorriso… Questa è la vera vittoria. Ciò non esime la Fiorentina da spingere sul gas in queste ultime sei sfide, non mollando di un centimetro, giocando con gli occhi iniettati di sangue. L’ambizione di una squadra è la migliore molla per aumentare il proprio status, ma nessun processo per carità perché il saldo è in attivo. Altrimenti andiamo a rileggere il libro delle recenti stagioni, così forse ci chiariremo le idee. 

La Fiorentina è migliorata nel girone di ritorno nella fase difensiva, ma può e deve fare di più. Questa statistica è illuminante: i viola sono l'unica formazione ad aver subìto finora meno di 300 tiri in serie A (296), ma ciò nonostante sono solo l’ottava difesa, con 40 reti al passivo. Ecco perché Italiano si infuria quando vede certi errori. Osservato speciale all’Arechi sarà Milan Djuric, il miglior marcatore in casa della Salernitana nel torneo con tre reti: non sono numeri esaltanti, ma l’attaccante è in forma. 

Mancheranno Torreira e Castrovilli, assenze pesanti e non sappiamo se partirà dal primo minuto Youssef Maleh che all’andata ha realizzato il suo secondo e più recente gol in in A proprio contro la Salernitana lo scorso 11 dicembre. Da allora l’italiano di origine marocchina ha disputato 11 partite di campionato senza trovare la rete, fabbricando però tre assist tutti in trasferta.  In compenso, però, Italiano riavrà finalmente Odriozola. A Torino era in panchina, si è scaldato a lungo e poi non e’ entrato, ma a Salerno potrebbe essere il suo turno. Anche Jack era a disposizione allo Stadium, però la sensazione è che ancora non sia in condizione. Vedremo se Bonaventura domani avrà un po’ di minuti. 

In porta probabilmente si ripresenterà Terracciano dopo il turn-over di Coppa con Dragowski che ha alimentato il dibattito del post gara. In attacco Cabral sembra orientarsi meglio partita dopo partita, mentre in difesa, dopo il virus gastrointestinale, Milenkovic oggi farà la rifinitura in gruppo e all’Arechi dovrebbe riprendersi il posto. Naturalmente come sempre Italiano terrà in serbo delle sorprese e certi ragionamenti della viglia saranno spazzati via. Sarà il confronto tra chi lotta per restare aggrappato con gli artigli alla serie A e chi spera di riconquistare un posto nei tornei continentali. Le motivazioni, seppur differenti, dovrebbero avere lo stesso peso specifico. Salernitana-Fiorentina sarà un bel duello. I viola dovranno dimostrare davvero che la Juve è alle spalle e che sono pronti a iniziare la volata verso l’Europa. Lo sprint finale è emozionante, da vivere intensamente. E’ la coda del campionato che avremmo sognato, ma non immaginato.