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ANTOGNONI, Regalo per i 70 anni? Tornare nel calcioTUTTO mercato WEB
sabato 30 marzo 2024, 09:30Rassegna stampa
di Redazione FV
per Firenzeviola.it

ANTOGNONI, Regalo per i 70 anni? Tornare nel calcio

Lunedì per Giancarlo Antognoni saranno 70 le candeline da spendere. Un compleanno speciale per l'ex centrocampista viola che, come detto nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano La Nazione, come regalo desidererebbe tornare nel mondo del calcio: "Che cosa vorrei come regalo di compleanno? Ritornare a fare quello che ho sempre fatto. Una telefonata e... via, di nuovo sul campo. Di nuovo nel mondo del calcio. Sono un pensionato del pallone, ma alla fine la mia vita continua a essere segnata dal vedere partite, partecipare a eventi, parlare con calciatori e allenatori".

È difficile staccarsi questo mondo, vero?
"Le rispondo così: io ho trascorso tre quarti della mia vita in campo, a fare il calciatore. Aggiungo che sono nel calcio da 60 anni, da quando da ragazzino ho iniziato a sognare grazie a questo mestiere. La risposta alla sua domanda sta esattamente qui".

Quali erano i sogni del Giancarlo bambino per il Giancarlo adulto?
"Come le cose sono andate nella mia vita. Anzi, sono sincero. Forse ho avuto di più di quanto mi aspettassi".

I due momenti più importanti della sua carriera?
"Una ovviamente è la vittoria del Mondiale con l’Italia, nel 1982. La maglia azzurra te la metti una volta e la porti per sempre. Se poi vinci un Mondiale e che Mondiale... quel momento è per sempre. Poi entra in scena la Fiorentina. Sono viola da 50 anni e come faccio a fotografare solo un momento? C’è quello del debutto, quello dei gol speciali che ho segnato. E c’è quello della decisione di aver scelto e voluto giocare sempre e solo per la Fiorentina".

Farebbe di nuovo la stessa scelta?
"Sì. Anche se mi sembra di capire che nel pallone di oggi, ormai le scelte ’a vita’ sono fuori moda".

Le manca non essere più nella Fiorentina?
"Avete qualche dubbio? Da sempre, ovunque uno parli di calcio se dice Fiorentina pensa subito e solo ad Antognoni. E viceversa. Vuole provare a fare due passi per Firenze con me? La gente mi ferma. Mi fermano i tifosi. Oggi, come ieri. Come un anno o 20 anni fa. Foto, saluti, selfie... magari adesso vanno meno di moda gli autografi. Il tempo passa anche nelle richieste dei tifosi".

Si ricorda la prima partita dopo la scomparsa di Davide? Che effetto le fece da dirigente?
"Non potrò mai dimenticare quello che accadde a Udine. Ma una cosa è altrettanto certa: il grande dolore compatta i rapporti. Unisce e non divide. E sarà così anche questa volta".

Su questa Serie A
"L’Inter è... l’Inter è sta lassù. Poi non posso non parlare del Bologna che merita di accedere alla Champions. La Juve? Viaggia a corrente alterna, ma alla fine centrerà l’obiettivo di entrare nell’Europa più importante. Torno comunque un attimo anche sul Milan: trovo davvero eccessive e fuoriluogo le critiche che fanno finire Pioli nel mirino".

Il calciatore italiano più rappresentativo?
"Dico Nicolò Barella, senza alcun dubbio. Ero in Federcalcio e lui nelle mie giovanili, nell’under 15 e si capiva già che sarebbe stato un talento".