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I LIMITI DI ITALIANO E LE LACUNE DELLA FIORENTINA: I SOLITI SBAGLI NELLE PARTITE CHE CONTANO. UNA SOLA OPZIONE PER DARE UN SENSO ALLA STAGIONE. ALLENATORE E DS, MA LE URGENZE SONO ANCHE ALTRE
domenica 28 aprile 2024, 11:05L'editoriale
di Luca Cilli
per Firenzeviola.it

I LIMITI DI ITALIANO E LE LACUNE DELLA FIORENTINA: I SOLITI SBAGLI NELLE PARTITE CHE CONTANO. UNA SOLA OPZIONE PER DARE UN SENSO ALLA STAGIONE. ALLENATORE E DS, MA LE URGENZE SONO ANCHE ALTRE

Alla Fiorentina resta solamente la Conference League come unica opzione per dare un senso a questa stagione, vissuta fra picchi anche parecchio alti e punti decisamente bassi. Alcuni dei quali potevano – e dovevano – essere evitati. Fra questi la gestione della semifinale di Coppa Italia persa a Bergamo, che non è il manifesto della netta superiorità dell’Atalanta (squadra comunque molto forte) ma piuttosto dei soliti limiti nel leggere, comprendere e adeguarsi ai vari momenti della partita. Non è possibile a determinati livelli, e dopo aver maturato anche una certa esperienza in campo europeo, subire il terzo gol nella maniera in cui lo ha preso la Fiorentina. E cioè a ridosso della conclusione, in 10 contro 11 e in casa di una delle formazioni più in hype del momento. I cali nel finale o una volta passata l’ora di gioco, gli sbagli, una sola fase – quella offensiva – a discapito di quella difensiva e probabilmente la scarsa attitudine a comprendere i rischi nei momenti chiave sono fra i problemi principali della Fiorentina e di Italiano. Le esperienze passate, su tutte la rete di Jarrod Bowen presa un attimo prima della fine con la difesa a quattro schierata a centrocampo che è costata una Conference League in finale col West Ham, purtroppo non sembrano aver insegnato molto vista l’attualità. Resta difficile da comprendere (al di là delle spiegazioni ufficiali) come e perché l’allenatore decida di prendersi dei rischi anche quando la partita richiede tutt’altro. Per giunta con una Fiorentina che hai dei limiti evidentissimi in difesa, reparto il più delle volte esposto alle ripartenze degli avversari in campo aperto e scarsamente protetto dagli altri due, centrocampo e attacco. A Bergamo, per restare in tema, sarebbe stato opportuno un atteggiamento più accorto nel tentativo di limitare i danni e cercare di arrivare in qualche modo ai calci di rigore. In determinate circostanze conta il fine ultimo, cioè il risultato, e non come si arriva allo stesso. Carlo Ancelotti, miglior allenatore italiano per distacco, con il Real Madrid nel ritorno con il City in tal senso ha fatto scuola. E se lo fa uno che ha vinto di tutto e di più in qualsiasi angolo d’Europa….

Crescita e futuro I risultati da quando allena la Fiorentina sono comunque dalla parte di Italiano, i numeri non si possono discutere. In tre anni infatti ha riportato il club nelle competizioni europee, raggiunto quattro semifinali e arrivando a disputare due finali. Con la possibilità in caso di eliminazione del Club Brugge di aggiungerne un’altra alla collezione per provare a prendersi la rivincita rispetto alle precedenti sconfitte con Inter e West Ham. Sono un convinto fan di Vincenzo Italiano perché lo ritengo bravo, moderno e capace. Ma le criticità sopra citate se non riviste e corrette rischiano di compromettere il percorso della Fiorentina ma anche quello dello stesso allenatore. Sulla panchina di una società che punta a ottenere determinati risultati e vittorie infatti certe sconfitte e le modalità con cui si manifestano non sono ammesse e possono costare parecchio caro. A Firenze è cresciuto di pari passo con la sua squadra, ad entrambi adesso manca uno step per fare un salto di qualità nei vari percorsi. Che a fine stagione prenderanno vie differenti. Per quanto riguarda il club, oltre alla scelta del nuovo allenatore, sarà parecchio importante riflettere sull’opportunità di prendere un direttore sportivo con determinate skills, competenze e capacità da affiancare all’attuale DS Daniele Pradè. Una figura in grado di aggiungere e dare quel qualcosa in più a una società con grandi potenzialità economiche ma spesso carente sul piano dello scouting e di conseguenza nell’arrivare prima di altri su determinati calciatori. In sintesi di aggredire – e non “subire” – il mercato.

Esigenze Pur in assenza del nuovo allenatore ed eventualmente di un dirigente da inserire nell’organigramma dell’area tecnica è abbastanza evidente di come la Fiorentina, a prescindere da tutto, in vista della prossima stagione abbia bisogno di almeno due centrali difensivi e una punta vera. Da doppia cifra, già formata e pronta, in grado di garantire quei gol dell’attaccante che mancano da tre anni. A proposito di giocatori offensivi: va bene che il vero valore di Beltran sarà comprensibile solamente dopo il primo anno di ambientamento nella Fiorentina e nel calcio italiano. Ma in questo finale è lecito e doveroso attendersi qualcosa di più anche da lui.