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Fiorentina, all'improvviso l'idea De Rossi in panchina. Ma servirebbe una deroga per il patentino
Daniele De Rossi nome caldo per la panchina della Fiorentina. Tra le tante idee della dirigenza gigliata per il futuro allenatore, spunta l'ex centrocampista della Roma. L'amore ai tempi del Covid, si potrebbe dire, perché il corteggiamento è di lunga (sebbene non lunghissima) data: già al momento dell'addio ai giallorossi, la Viola ha bussato alla porta dell'ex Capitan Futuro, che poi ha scelto il Boca Juniors.
Strada tortuosa. Primo nome per il patron Commisso, come pure per Joe Barone e Daniele Pradé. Ma non per questo facile: servirebbe una deroga, perché De Rossi non ha seguito alcun corso per allenatore. E la corsia breve per i campioni del mondo (ha già il patentino C, per il corso UEFA Pro salterebbe la graduatoria di ammissione) non basterebbe a sveltire il processo: servirebbe una deroga. Un po' come accadde a Mancini, sempre ai tempi dei viola, ma in quel caso si parlava di un doppio tesseramento (era stato il vice di Eriksson alla Lazio), non di abilitazioni. Ed è molto difficile che arrivi una simile eccezione, nonostante il carisma di De Rossi e la circostanza che il corso non si sia svolto per motivazioni straordinarie come una pandemia.
Scelte coraggiose. E poi, anche con la licenza in tasca, ci sarebbe l'incertezza sul fatto che DDR, guidato sì in carriera da grandissimi tecnici, sarebbe alla prima esperienza in assoluto da allenatore. Lo era in campo, ma è un'altra cosa. Le scelte, in ogni caso, si fanno adesso. Anche quelle coraggiose.
Strada tortuosa. Primo nome per il patron Commisso, come pure per Joe Barone e Daniele Pradé. Ma non per questo facile: servirebbe una deroga, perché De Rossi non ha seguito alcun corso per allenatore. E la corsia breve per i campioni del mondo (ha già il patentino C, per il corso UEFA Pro salterebbe la graduatoria di ammissione) non basterebbe a sveltire il processo: servirebbe una deroga. Un po' come accadde a Mancini, sempre ai tempi dei viola, ma in quel caso si parlava di un doppio tesseramento (era stato il vice di Eriksson alla Lazio), non di abilitazioni. Ed è molto difficile che arrivi una simile eccezione, nonostante il carisma di De Rossi e la circostanza che il corso non si sia svolto per motivazioni straordinarie come una pandemia.
Scelte coraggiose. E poi, anche con la licenza in tasca, ci sarebbe l'incertezza sul fatto che DDR, guidato sì in carriera da grandissimi tecnici, sarebbe alla prima esperienza in assoluto da allenatore. Lo era in campo, ma è un'altra cosa. Le scelte, in ogni caso, si fanno adesso. Anche quelle coraggiose.
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