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Salvai: dal sogno all'incubo in una frazione di secondo
Dal sogno all’incubo in una manciata di secondi. Quello di ieri era uno di quei pomeriggio che si sognano da sempre pur sapendo che potrebbero non arrivare mai, il coronamento di un percorso faticoso come quello che deve affrontare una bambina, una ragazza, che vuole giocare a calcio e farlo ai massimi livelli. Cecilia Salvai, centrale classe ‘93 della Juventus Women e della Nazionale, assieme alle sue compagne in bianconero e alle avversarie viola, era riuscita a realizzare quello che poco tempo fa sembrava irrealizzabile: portare il calcio femminile in uno dei tempi di quello maschile come l’Allianz Stadium di Torino davanti a un pubblico mai visto in Italia (40mila spettatori). Tutto perfetto fino al minuto 63 quando la centrale bianconera provava in mezzo al campo un anticipo su Tatiana Bonetti e il fato, mai così cinico e baro, ci metteva il suo zampino: la punta del piede che si pianta per terra, il ginocchio che si gira in maniera innaturale e il crociato che fa crack. Salvai cade a terra e si capisce subito che si tratta di qualcosa di serio, ancor di più quando la calciatrice esce dal campo in barella con le lacrime che gli solcano il viso e le mani che coprono il dolore provato.
Mentre lei è costretta negli spogliatoi alle cure dei sanitari, che certificheranno in serata la lesione del crociato e un lungo stop, le sue compagne in campo lottano, si battono e alla fine vincono il match scudetto contro la Fiorentina e il primo pensiero va proprio a lei, Cecilia, che viene portata in trionfo a braccio dopo il fischio finale. Uno stop che è ancora più doloroso perché farà saltare alla centrale quella Coppa del Mondo guadagnata da titolare dell’Italia e a lungo sognata da tutta una generazione di calciatrici, un Mondiale per il quale aveva anche spostato la data del proprio matrimonio a luglio inoltrato perché anche se l’Italia non andrà in Francia per arrivare fino in fondo alla competizione, non si sa mai, magari succede l’imponderabile e una si trova a dover scegliere fra matrimonio e un gara a eliminazione diretta. Meglio evitare.
Resta l’amaro in bocca per quell’infortunio in uno dei giorni da ricordare per sempre, ma anche l’affetto immenso di compagne, colleghe, avversarie, gente comune che sta continuando a testimoniare a Salvai la propria vicinanza perché tutti, ma proprio tutti, la vogliamo rivedere presto in campo, più forte e determinata di prima sperando che possa togliersi ancora tante soddisfazioni e fra quattro anni essere al via di un Mondiale.
Mentre lei è costretta negli spogliatoi alle cure dei sanitari, che certificheranno in serata la lesione del crociato e un lungo stop, le sue compagne in campo lottano, si battono e alla fine vincono il match scudetto contro la Fiorentina e il primo pensiero va proprio a lei, Cecilia, che viene portata in trionfo a braccio dopo il fischio finale. Uno stop che è ancora più doloroso perché farà saltare alla centrale quella Coppa del Mondo guadagnata da titolare dell’Italia e a lungo sognata da tutta una generazione di calciatrici, un Mondiale per il quale aveva anche spostato la data del proprio matrimonio a luglio inoltrato perché anche se l’Italia non andrà in Francia per arrivare fino in fondo alla competizione, non si sa mai, magari succede l’imponderabile e una si trova a dover scegliere fra matrimonio e un gara a eliminazione diretta. Meglio evitare.
Resta l’amaro in bocca per quell’infortunio in uno dei giorni da ricordare per sempre, ma anche l’affetto immenso di compagne, colleghe, avversarie, gente comune che sta continuando a testimoniare a Salvai la propria vicinanza perché tutti, ma proprio tutti, la vogliamo rivedere presto in campo, più forte e determinata di prima sperando che possa togliersi ancora tante soddisfazioni e fra quattro anni essere al via di un Mondiale.
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