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Il punto unico fattore confortante in un Genoa confuso e senza giocoTUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
mercoledì 27 ottobre 2021, 11:31Copertina
di Pierluigi Gambino
per Genoanews1893.it

Il punto unico fattore confortante in un Genoa confuso e senza gioco

Quel rigore in zona Cesarini è un quadrifoglio raccolto su un fondo di cemento, un ultimo soffio d'area scaturito da una bombola d'ossigeno ormai esausta. Solleva dagli inferi l'ennesimo Genoa bruttissimo di questo campionato e lo tiene in vita, ma la prognosi resta riservata. Il de profundis cantato dai tifosi spezzini affoga in un silenzio di amarezza e dispetto, mentre i “nemici” rossoblù trovano la forza residua per esultare, come se un vuoto di memoria avesse cancellato d'acchito tutti i minuti precedenti.

Il Grifo resta nel calderone con altre quattro pericolanti, blocca la fuga in avanti degli aquilotti, ma può solo rallegrarsi per aver scongiurato una sconfitta esiziale per il morale e la classifica. Il punto vale oro zecchino, ma onestà vuole che lo si consideri altamente immeritato e non certo sufficiente a diradare i nuvoloni nerissimi sul cielo ballardiniano, sempre più prossimo al temporale.

La lunga lista di defezioni è un pallida giustificazione per il non gioco espresso dai rossoblù dall'inizio alla fine. Se non altro, il 4-3-3 iniziale, con Masiello al debutto stagionale come centrale, così da poter dirottare Criscito sulla sinistra, ha lasciato intravedere una discreta robustezza difensiva, favorita però dall'estrema pochezza degli spezzini in zona gol. Loro, però, ci hanno almeno provato in qualche circostanza, mentre i rossoblù sono rimasti intrappolati dalla mancanza di tecnica ribadita dagli esterni offensivi Kallon ed Ekuban e soprattutto dalla modestia di un centrocampo statico, ancora una volta basato sull'annoso equivoco della contemporanea presenza di Rovella e Badelj. Mai il Grifo, sino all'intervallo, ha tenuto palla per più di tre secondi, insistendo sui lanci lunghi verso un Destro surclassato fisicamente e due ali pasticcione e spesso fuori posizione. Come già successo contro la Samp, lo Spezia avrebbe meritato un gol di vantaggio, ma a livello di palle gol reali è stato poco più di zero, quasi come i “cugini” del capoluogo.

L'undici inizialmente scelto da Zio Balla, con Behrami scelto a sorpresa come sostituto di Fares, non si è prestato a critiche particolari. Discutibilissime invece le mosse attuate all'intervallo: fuori il dinamico Cambiaso, che il suo lo stava facendo, ed Ekuban e dentro Biraschi (che avrebbe partecipato fattivamente al festival delle occasioni da gol spezzine) e  Sturaro, inspiegabilmente schierato sulla fascia offensiva di sinistra: cioè fuori ruolo. Normale che i locali prendessero gradatamente il sopravvento, grazie soprattutto al mister genoano, che all'ora di gioco spezzava ulteriormente gli equilibri inserendo Caicedo per Behrami, col risultato di sbilanciare terribilmente il suo Genoa, da quel momento in balìa degli eventi.

Negli spazi sterminati lo Spezia, innervato da due rimpiazzi velocissimi e ficcanti come Colley e Antiste, finiva per dilagare. Gyasi era fermato dal palo e poi si divorava un'opportunità ghiottissima, prodomo al vantaggio più che legittimo, frutto dell'unico attimo di jella di tutta la gara genoana: sfera contro il montante e involontaria schienata di Sirigu nella propria porta.

Il prosieguo del match offriva altre chances agli uomini di Thiago Motta, scatenati in quelle praterie ma spreconi e capaci di tenere in partita un avversario sulle ginocchia. Tra i rossoblù regnavano solo confusione e improvvisazione, e gli innesti di Pandev (assolutamente impalpabile) e Galdames (schierato assurdamente largo in avanti invece che in mediana) non alzavano il livello di un forcing fondato solo sulle residue energie nervose e non certo su un briciolo di lucidità.

Improvviso, al 41', giungeva il pasticciaccio in area spezzina, sfruttato da Destro per servire Caicedo, la cui presenza è servita non solo ad evitare il tracollo ma anche a concimare la pianticella della speranza nell'animo degli avviliti supporters genoani. Basterà il recupero totale dell'ecuadoriano, oltre all'uscita dall'infermeria di qualche difensore, per invertire il trend? La logica direbbe di no. Servirebbero almeno due rinforzi nel centrocampo peggio assortito della serie A, ma di ciò si potrà parlare solo a gennaio. Nell'attesa, Ballardini dovrà arrangiarsi ma anche conferire un minimo di presentabilità alla manovra: un compito che spetta a lui a prescindere dagli interpreti a disposizione. Almeno sinora, è innegabile che pure l'allenatore ci stia mettendo parecchio del suo in questo baillamme senza apparenti vie d'uscita.

                            PIERLUIGI GAMBINO