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Ci ricorderemo di questa domenica, ci ricorderemo di questa farsa
La più grande farsa finisce con 27 secondi di anticipo. 89'33'' sul cronometro, quando l'arbitro Repace fischia l'eutanasia di una partita che non si sarebbe dovuta giocare. Cuneo-Pro Piacenza finisce 20-0. In Serie A non è mai successo, in Serie B neanche: gli albi della terza serie sono complicati da sfogliare, ma dovrebbe essere la partita con più gol nella storia del calcio professionistico italiano. Non c'è nulla da festeggiare, comunque. Perché di partita è difficile parlare.
Il Pro Piacenza ha giocato ufficialmente in otto, di fatto in sette, fino al 62'. Poi in otto, quando Isufi ha trovato il documento che aveva dimenticato a casa. Il numero 11 pare fosse il massaggiatore. Il Cuneo è stato fin troppo rapace nel primo tempo: 16-0. Poi quattro gol, perché comunque in 45 minuti qualcosa si dovrà pur fare. Sette ragazzini (dal 2000 al 2002) contro undici professionisti. Nessun allenatore. Un precedente che non avremmo voluto avere. D'altra parte, a Piacenza non era rimasto nessun altro che potesse giocare. Nonostante gli sponsor estivi. Nonostante il supporto di inizio stagione, arrivato da chi qualche anno fa inveiva contro Carpi e Frosinone in Serie A.
Una domenica che non dimenticheremo, una delle pagine più brutte nella storia recente del nostro calcio. Altro che la mancata qualificazione ai Mondiali, a Cuneo s'è persa la dignità. Una domenica che alza tanti interrogativi. Perché le partite del Pro Piacenza sono state congelate, a differenza di quelle del Matera? Cosa ci si aspettava? Non si poteva fare nulla per evitare questo scempio? Domande a cui cercheremo risposte. Intanto abbiamo delle certezze: ci ricorderemo di questa domenica. Ci ricorderemo della farsa più ridicola e umiliante del calcio italiano.
Il Pro Piacenza ha giocato ufficialmente in otto, di fatto in sette, fino al 62'. Poi in otto, quando Isufi ha trovato il documento che aveva dimenticato a casa. Il numero 11 pare fosse il massaggiatore. Il Cuneo è stato fin troppo rapace nel primo tempo: 16-0. Poi quattro gol, perché comunque in 45 minuti qualcosa si dovrà pur fare. Sette ragazzini (dal 2000 al 2002) contro undici professionisti. Nessun allenatore. Un precedente che non avremmo voluto avere. D'altra parte, a Piacenza non era rimasto nessun altro che potesse giocare. Nonostante gli sponsor estivi. Nonostante il supporto di inizio stagione, arrivato da chi qualche anno fa inveiva contro Carpi e Frosinone in Serie A.
Una domenica che non dimenticheremo, una delle pagine più brutte nella storia recente del nostro calcio. Altro che la mancata qualificazione ai Mondiali, a Cuneo s'è persa la dignità. Una domenica che alza tanti interrogativi. Perché le partite del Pro Piacenza sono state congelate, a differenza di quelle del Matera? Cosa ci si aspettava? Non si poteva fare nulla per evitare questo scempio? Domande a cui cercheremo risposte. Intanto abbiamo delle certezze: ci ricorderemo di questa domenica. Ci ricorderemo della farsa più ridicola e umiliante del calcio italiano.
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