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TMW RADIO - Gregucci e Piscedda ricordano Giuliano Fiorini: "Leader e grande amico"
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Maracanà con Marco Piccari e Cinzia Santangeli
Ospiti:Angelo Adamo Gregucci, Massimo Piscedda
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Angelo Gregucci e Massimo Piscedda a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, a 15 anni dalla scomparsa di Giuliano Fiorini, ex attaccante tra le altre di Lazio, Bologna e Genoa.
Gregucci: "Oltre a essere una persona meravigliosa, era un calciatore di riferimento per quella squadra. Sono già passati 15 anni, lo ricordo sempre con grande affetto. Era un calciatore che se anche aveva problemi fisici, dava l'esempio. Era caparbio, generoso. Ci ha lasciato troppo in fretta. Era unico, non va accostato a nessuno. Aveva problemi alla caviglia ma non si fermava davanti a nulla. Ci manca perché era importante in campo, ma soprattutto fuori era incredibile. Dove è passato, ha lasciato il segno. Fu compagno di un giovane Roberto Mancini a Bologna, ma ha fatto anche la storia del Genoa. Segnò quel gol decisivo al Vicenza con la Lazio e ci fu un boato devastante allo stadio. Non me ne ricordo uno così forte".
Piscedda: "Per me è stato un amico, un leader riconosciuto in campo. Il suo temperamento lo rendeva un leader. Era una persona buona, generosa, simpatica. Riusciva sempre a sdrammatizzare, anche nei momenti più difficili".
Gregucci: "Oltre a essere una persona meravigliosa, era un calciatore di riferimento per quella squadra. Sono già passati 15 anni, lo ricordo sempre con grande affetto. Era un calciatore che se anche aveva problemi fisici, dava l'esempio. Era caparbio, generoso. Ci ha lasciato troppo in fretta. Era unico, non va accostato a nessuno. Aveva problemi alla caviglia ma non si fermava davanti a nulla. Ci manca perché era importante in campo, ma soprattutto fuori era incredibile. Dove è passato, ha lasciato il segno. Fu compagno di un giovane Roberto Mancini a Bologna, ma ha fatto anche la storia del Genoa. Segnò quel gol decisivo al Vicenza con la Lazio e ci fu un boato devastante allo stadio. Non me ne ricordo uno così forte".
Piscedda: "Per me è stato un amico, un leader riconosciuto in campo. Il suo temperamento lo rendeva un leader. Era una persona buona, generosa, simpatica. Riusciva sempre a sdrammatizzare, anche nei momenti più difficili".
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