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Balcazàr, questa è magia [VIDEO]

Balcazàr, questa è magia [VIDEO]
mercoledì 3 febbraio 2010, 00:002010
di Gianluigi Longari

C'era una volta Ronaldinho. Erano i fantastici anni del vero Dinho, quello che incantava Spagna ed Europa con indosso la leggendaria camiseta numero 10 blaugrana. Erano gli anni in cui il Gaucho era considerato all'unanimità come il miglior giocatore del mondo, ad un passo dal diventare leggenda allo stato puro. Il suo calcio faceva proseliti, i ragazzini in ogni angolo del globo lo avevano eletto come loro idolo incontrastato, alcuni ne riproponevano (ahiloro) perfino la bizzarra capigliatura. Flip Flap, no look, elastici, colpi di tacco, traverse in serie erano la portata principale; ed anche in Messico si paventava l'opportunità di riuscire a sfornare un campionissimo dopo tanti anni dalla leggenda Hugo Sanchez. Il suo nome era Giovani Dos Santos, cantera blaugrana, identikit perfettamente conforme a quanto descritto poche righe sopra.

Un fenomeno annunciato, dunque, che per somma disgrazia dei messicani e di tutti i fan del nostro sport preferito, non è stato in grado di supportare con i fatti le aspettative che un po' tutto il mondo del calcio era andato creandosi nei suoi confronti.
Come spesso accade nella vita, tuttavia, anche il calcio è prodigo di nuove opportunità, e spesso proprio le seconde chances finiscono per essere poi quelle giuste. Dallo sconforto per il "fallimento" (ci sono sempre margini di ripresa) di Dos Santos, i supporters della Tricolor, sono dunque agilmente passati alla speranza di avere trovato quello che sembra avere finalmente tutte le stimmate del fenomeno assoluto: Javier Hernandez Balcazar.

Nome nobile, quello del Chigarito (questo il suo soprannome più utilizzato). Dalle parti dell'America centrale: il suo cognome riporta infatti, direttamente a quello del padre, el Chicaro(non a caso) Hernandez, che prese parte alla coppa del Mondo del 1986, e soprattutto a quello dello zio Tomas Balcazàr, leggendario giocatore del Chivas.
Una stirpe dai piedi nobili, dunque, che sembra aver trovato in Javier la perfetta espressione di quello che può essere definito un fenomeno del calcio moderno. Proviamo a conoscerlo meglio.

Javier Hernandez Balcazar nasce a Guadalajara, nella regione messicana del Jalisco, il primo di giugno del 1988. I grandi esempi di cui disponde in famiglia, e che abbiamo avuto maniera di elencare in precedenza, lo spingono fin da bambino verso la disciplina calcistica, per la quale non tarda a mettere in mostra già in tenera età un'innata quanto precoce predisposizione. Il piccolo Javier ha infatti solo nove anni quando inizia la sua trafila con il Chivas di Guadalajara, club di cui lo zio Tomas era stato una vera e propria leggenda a cavallo degli anni '50. Passo rapido, tecnica assoluta, e dribbling secco lo propongono già nei suoi primi anni di militanza, come uno dei talenti più promettenti della nuova nidiata dei Rebanos.

La realtà, tuttavia, è ben più generosa di quelle che potevano essere le aspettative nei suoi confronti. Non sono infatti molti i calciatori a poter vantare un curriculum di livello tanto alto dal momento dell'esordio in prima squadra in poi.
La gioia del debutto arriva infatti a soli 18 anni, durante il torneo Apertura del 2006, nella gara che vede il Chivas fronteggiare i rivali del Necaxa. Il match si conclude con un assoluto trionfo dell'armata Rojiblanca, che vince la partita per 4-0 anche in virtù di una prestazione eccezionale di Balcazàr, che trova addirittura il tempo per siglare il quarto gol davanti a delirante pubblico dell'Estadio Jalisco.

Inizia da qui il continuo ed inarrestabile crescendo della carriera di Javier, che inizia ad entrare in pianta stabile anche in tutte le selezioni giovanili della nazionale messicana. Partecipa con grande successo sia all'esperienza del mondiale sub 17 del 2007, sia a quella under 20 dello scorso anno della Tri, risultando in entrambe le occasioni come uno dei migliori talenti del calcio latino e mondiale.
E' soprattutto a partire dal 2009, però, che la sua esperienza in prima squadra e con le selezioni messicane decolla, proponendolo come un gioiello di portata senza dubbio mondiale. Balcazàr, infatti, è uno dei protagonisti assoluti dell'apertura 2009, al quale partecipa attivamente con 17 presenze condite da ben 11 gol. Una predisposizione assolutamente confermata dalle prime apparizioni anche nel campionato clausura attualmente in corso, che lo vede dominare la scena dei cannonieri con l'incredibile score di 6 reti in sole tre apparizioni. Numeri da capogiro per un ragazzo poco più che ventenne, che in patria non faticano ad immaginarsi con le casacche dei più prestigiosi club europei. E' su questa onda di irrefrenabile entusiasmo che giunge anche la prima convocazione con la gloriosa maglia della Tri (la Nazionale Messicana), che riesce addirittura a bagnare con un assist decisivo durante la sfida contro la Colombia, il 30 settembre del 2009.

Numeri da predestinato, dunque, ma qualità che non sono assolutamente da meno. Balcazàr palesa infatti, oltre all'estrema facilità di realizzazione, anche qualità tecniche assolutamente fuori dal comune. Il dribbling è sovente ubriacante e secco, tanto da lasciare possibilità minime di recupero al difensore che viene saltato; il tiro è ugualmente efficace, allo stesso modo della visione di gioco e della capacità di dosare i passaggi nella giusta maniera. Un giocatore universale, quindi, potenzialmente letale sia nella fase conclusiva che in quella di confezionamento dell'azione. Paga inevitabilmente qualcosa sul piano fisico, dove il suo metro e 72, accompagnato da soli 62 kg di peso, se da un lato contribuiscono ad aumentarne la rapidità, dall'altro lo limitano nei corpo a corpo con i difensori più aitanti. Un aspetto su cui si può comunque lavorare, soprattutto in considerazione del fatto che le sue caratteristiche di gioco non sono affatto quelle del classico centravanti.
Qualità peraltro molto apprezzate anche nel calcio europeo, tanto che il nome del Chigarito è stato a più riprese associato a diversi tra i club più prestigiosi del vecchio continente.
Non resta che sperare che dal Tricolor messicano, il buon Balcazàr decida di iniziare a riscrivere la storia del Tricolore del nostro campionato.