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Inseguendo Messi: Kenia, dalla Georgia con amore

Inseguendo Messi: Kenia, dalla Georgia con amore
giovedì 23 ottobre 2008, 00:002008
di Francesco Letizia

Non è argentino, nè brasiliano: la classe e la tecnica di questo ragazzino potrebbe facilmente ingannarvi, così come la sua statura brevilinea così frequente ai campi sudamericani. Levan Kenia viene dall'ex Unione Sovietica, esattamente dalla Georgia, e gioca in Bundesliga: scopriamo insieme uno dei piu' giovani talenti europei a livello professionistico, esponente di spicco dei nati negli anni '90.

Levan Kenia (ლევან ყენია in georgiano, oppure Lewan Qenia come viene spesso translitterato in Germania) nasce a Tbilisi, ex Unione Sovietica, il 18 ottobre 1990, proprio agli sgoccioli dell'U.R.S.S.: da lì a poco infatti, l'affascinante città sarebbe diventata la capitale del nuovo stato indipendente della Georgia.

Non esattamente dunque il posto più adatto per nascere per una futura stellina del calcio mondiale, considerando che il calcio georgiano non ha mai sfornato straordinari talenti: da Temuri Ketsbaia ai fratelli Arveladze, per arrivare ad un giocatore di alta risonanza internazionale e vincitore di un trofeo continentale dobbiamo arrivare al centrale del Milan e capitano della Nazionale, Kakhaber Kaladze.

La carriera di Kenia inizia proprio nella Capitale, nella squadra più nobile, i blu della Dinamo: è proprio il club vincitore della Coppa delle Coppa 1981 ad accogliere tra le sue giovanili il 14enne Levan, nel 2004. L'anno successivo avviene il "tradimento", il passaggio tra gli arcirivali della Lokomotivi: è nelle fila dei "Ferrovieri" che Kenia completa la sua formazione, guadagnandosi la convocazione nelle nazionali giovanili ed attirando su di sè numerosi osservatori.

Il talento del ragazzo non è uno di quelli che passa inosservato: nell'estate 2006 il Barcellona, una delle maggiori potenze europee per quanto riguarda lo scouting dei giovanissimi, gli offre un provino, accordandosi con il suo club. Per problemi tra le due società e relative anche allo status di extracomunitario di Kenia, l'affare non trova la fumata bianca: Levan si consola con l'esordio nel campionato georgiano, a poco più di 16 anni, nella stagione 2007-08, in cui totalizzerà 11 presenze e 3 gol.

Proprio le buone prestazioni tra selezioni giovanili ed esordio nel campionato locale, spingono l'allora tecnico della Nazionale, il tedesco Klaus Toppmöller, a convocare il "golden boy" anche nella squadra delle "quattro croci": è l'8 settembre 2007 quando Kenia fa il suo esordio, a 17 anni non ancora compiuti, nel derby contro l'Ucraina. Si può dire che da quel giorno, complice anche l'assoluta mediocrità della nuova leva georgiana, non sia mai più uscito di squadra, nonostante il cambio in panchina, dove è arrivato Hector Cuper.

168 centimetri per 70 chili, Kenia è un centrocampista offensivo di grandissimo talento: in campo può ricoprire diverse posizioni, a partire dal centrale di centrocampo alla seconda punta, passando dall'esterno sinistro fino al rifinitore, il suo ruolo naturale. Rapido nel dribbling così come senza palla, è mancino e la sua forza sta proprio nella capacità di trattare la palla: elegante nel controllo, lascia partire con naturalezza assist succulenti per i compagni come conclusioni pericolose per i portieri avversari.

Il fisico è sicuramente da riempire, come giustifica anche l'età del ragazzo, ma ciò che impressiona è la leadership, lo spirito di sacrificio e l'intelligenza tattica: non sorprendetevi allora di vederlo andare in pressing sul portatore di palla avversario, in situazioni di particolare difficoltà per la sua squadra. Proprio queste qualità lo hanno ormai consacrato come il vero leader della sua Nazionale, di cui guida l'attacco: sono 3 i gol (contro Estonia, Galles ed Eire) messi a segno nelle 13 presenze, una delle quali il 10 settembre 2008 nel match che ha contrapposto gli uomini di Cuper agli azzurri di Marcello Lippi (2-0, doppietta di De Rossi).

A gennaio di quest'anno, Kenia, su forte raccomandazione del suo padre calcistico Toppmöller, ma anche del compagni di nazionale Levan Kobiashvili, è passato per 500mila euro allo Schalke 04: nella squadra del Ruhrpott, che punta molto sui giovani come dimostra l'interessante difensore peruviano (già in Nazionale) Zambrano o il fantasioso Ozil (ceduto al Werder Brema), l'esordio in prima squadra è arrivato solo il 2 Ottobre, in Uefa contro l'APOEL Nicosia, questo anche a causa del regolamento della DFB che non permette a minorenni extracomunitari di esordire nella massima categoria, se non militanti da due anni in Germania.

Legato contrattualmente al club della Veltins ArenA fino al 2012, Kenia si è guadagnato per talento e corporatura l'impegnativa etichetta di "Messi di Georgia": per quanto possano valere queste definizioni, bisogna riconoscere che un giocatore di queste caratteristiche, con un'applicazione simile in campo, è sicuramente un prospetto suggestivo da tenere in considerazione, più anche del compagno di reparto in Nazionale, il "palermitano" Michelidze già venuto alla ribalta per il gol che ha piegato la Juventus poche settimane fa.

Lo Schalke 04 è poi una società che tende a monetizzare i suoi gioiellini, come confermato con lo stesso Mesut Ozil, venduto ai rivali del Brema per soli 3.5 milioni di euro: portar via Kenia dalla Bundesliga non sarà una mission impossibile per il futuro. Su di lui sono vigili diversi osservatori dei grandi club europei, in primis quelli del Barça che, rimasti con l'amaro in bocca per aver mancato un simile affare, intendono rifarsi alla svelta.

C'è da giurare che anche il leader della Georgia, Kakhaber Kaladze avrà segnalato un simile gioiello ai suoi dirigenti, mentre per Zamparini e Michelidze potrebbe essere già troppo tardi: il "Messi di Georgia" punta a diventare il più grande giocatore dell'area russa post caduta del regime sovietico. Le qualità, probabilmente ereditarie visto che suo zio, Georgi Kiknadze, è stato un buon attaccante con esperienza anche nel Friburgo, ci sono tutte: c'è da giurarci che quel numero 77, che scaramanticamente indossa ad ogni gara dei "Jvarosnebi" (i "Crociati"), lo rivedremo per molti anni in platee di altissimo livello.