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Severgnini: "L'Inter vincente nasce dalla cavalcata-Champions. Affiatamento formidabile"
mercoledì 10 aprile 2024, 15:30News
di Marco Corradi
per Linterista.it

Severgnini: "L'Inter vincente nasce dalla cavalcata-Champions. Affiatamento formidabile"

Nel suo editoriale per il Corriere della Sera, Beppe Severgnini riassume così la stagione dell'Inter: "Molto merito va ai giocatori. È evidente che, nella squadra, si è creato un affiatamento formidabile. Barella ha smesso di protestare, Lautaro gioca tranquillo, Bastoni e Dimarco crescono a vista d’occhio. Frattesi accetta di entrare a partita in corso quand’è, di fatto, titolare in Nazionale. Anche la mano di Riccardo Ferri, mio concittadino, si vede: un fratello maggiore tra parsimonia vestito da team manager. Certo, vincere aiuta a vincere, ma ogni tanto scatta una magia che trasforma le addizioni in moltiplicazioni. Il Napoli, lo scorso anno, è un buon esempio.

Anche Simone Inzaghi sta sorprendendo tutti (anche sé stesso, probabilmente). La gestione nervosa di una squadra d’alto livello, in qualsiasi sport, è complicata. Nel caso del pallone — circondato da aspettative, sogni e isterie collettive — diventa difficilissima. Inzaghi, l’afono più vocale del calcio italiano, è diventato davvero bravo, e sembra avere le idee chiare. L’inter, in campo, dà l’impressione di sapere sempre cosa fare.

Sullo stesso gradino del podio sta Beppe Marotta. La sua competenza è nota, la sua tranquillità contagiosa, la sua ammirevole: ha costruito la squadra vincente sui «parametri zero» (Sommer, Acerbi, Mkhitaryan, Calhanoglu, Thuram). Col suo sorriso lacustre, l’amministratore delegato può trarre in inganno chi non conosce i lombardi e scambia la semplicità per ingenuità, il garbo per per insicurezza, rassegnazione. la pacatezza Marotta ha esordito come garzone del magazziniere del Varese, quand’era adolescente. In carriera ha visto di tutto, è chiaro, ma parlando con lui si ha l’impressione che ancora si stupisca e si diverta.

Una menzione speciale tocca al giovane Zhang Kangyang — Steven Zhang, chez nous — qualunque cosa accada in maggio, alla scadenza del prestito di Oaktree. Quando è arrivato all’inter (2016), non sapeva nulla di calcio: nemmeno guardava le partite. Ma ha imparato, ascoltando chi ne sapeva più di lui (Marotta, Ausilio, Zanetti, Antonello). Qualcosa del genere, in un campo molto diverso, ha fatto Luigi Di Maio: nominato ministro degli Esteri, si è messo nelle mani di diplomatici esperti (in primis, Ettore Sequi). Tutto s’impara: il calcio come la politica estera. Una medaglia al valore, per finire, ai tifosi: soprattutto a quelli che riempiono gli stadi (non solo San Siro!). I loro interventi — «inter+venti», suona bene! — sono stati decisivi, difficili: soprattutto la costruzione nei momenti del successo di quest’anno parte dalle sconfitte della scorsa stagione in campionato (dodici!). I cuori neroazzurri hanno capito: era un tratto di nebbia, oltre brillava il sole. La scalata in Champions, arrivata fino a Istanbul, ha convinto tutti che la squadra c’era. Da lì in poi è stato tutto più facile. Saper aspettare, anche nel calcio, è una virtù".