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TMW RADIO - Lo Monaco: "Superlega, il calcio non va cambiato. Il denaro va speso meglio"
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Di Marzio: "La superlega è un futuro che non mi piace. Nella Lazio punto su Immobile, nel Napoli Insigne" -
De Paola: "Negli ultimi anni si lotta per la Champions e ho detto tutto" -
Giordano: "Dividere il calcio tra elite non mi sembra esagerato. Hanno gestito male i soldi con investimenti assurdi. Ci sono pochi dirigenti all'altezza. Napoli - Lazio partita dove conta vincere." -
Lo Monaco: "Io sono molto scettico sulla realizzazione della Superlega, il problema è il sistema sbagliato. In Italia la stragrande maggioranza di soldi vanno ai calciatori e agli agenti. In Germania questo non accade. Io sarei molto duro con le tre società" -
Ospiti: Bruno Giordano, Gianni Di Marzio e Paolo De Paola, Pietro Lo Monaco -
Maracanà con Marco Piccari e Cinzia Santangeli
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Il dirigente sportivo Pietro Lo Monaco a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, ha commentato le notizie di giornata. Ecco le sue parole:
Che ne pensa della Superlega?
"C'è stata la volontà di un gruppo di squadre con gravi problemi economici di fare qualcosa che porti ancora più soldi. Il problema è che è il sistema che è bacato. In Italia l'80% del denaro che entra va ai calciatori. E questo comporta che questi soldi finiscono fuori dal sistema. In Germania invece questo è al 50% e il campionato è sano, competitivo. Il nostro problema è la gestione di tutti questi soldi. Nessuno mi venga a dire che 1200 milioni di diritti tv siano pochi. Evidentemente molte società hanno sperperato e ora hanno i bilanci disastrati. Le società dovrebbero capitalizzare queste entrare, spendere meglio i soldi, investendo in infrastrutture e settori giovanili. Abbiamo stadi fatiscenti, in altri Paesi si è investito negli stadi. Non va cambiato il modo di fare calcio, che è per la gente e guai non fosse così".
Condivide la linea dura di Uefa e Fifa?
"Io farei opposizione dura. La storia ce l'hanno tutti, anche tanti altri club. Il calcio si fa per le squadre che hanno un grande seguito ma anche per tutto il contesto. Il nostro calcio è bello perché c'è una base infinita e permette lo sviluppo del calcio. E' uno sport popolare, che si fa per la gente".
Che ne pensa della Superlega?
"C'è stata la volontà di un gruppo di squadre con gravi problemi economici di fare qualcosa che porti ancora più soldi. Il problema è che è il sistema che è bacato. In Italia l'80% del denaro che entra va ai calciatori. E questo comporta che questi soldi finiscono fuori dal sistema. In Germania invece questo è al 50% e il campionato è sano, competitivo. Il nostro problema è la gestione di tutti questi soldi. Nessuno mi venga a dire che 1200 milioni di diritti tv siano pochi. Evidentemente molte società hanno sperperato e ora hanno i bilanci disastrati. Le società dovrebbero capitalizzare queste entrare, spendere meglio i soldi, investendo in infrastrutture e settori giovanili. Abbiamo stadi fatiscenti, in altri Paesi si è investito negli stadi. Non va cambiato il modo di fare calcio, che è per la gente e guai non fosse così".
Condivide la linea dura di Uefa e Fifa?
"Io farei opposizione dura. La storia ce l'hanno tutti, anche tanti altri club. Il calcio si fa per le squadre che hanno un grande seguito ma anche per tutto il contesto. Il nostro calcio è bello perché c'è una base infinita e permette lo sviluppo del calcio. E' uno sport popolare, che si fa per la gente".
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