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Abodi: "Spero che Acerbi sia in pace con la sua coscienza". E parla di calcio disunitoTUTTO mercato WEB
© foto di Mario Giglio/TuttoPalermo.net
giovedì 28 marzo 2024, 11:30Serie A
di Tommaso Bonan

Abodi: "Spero che Acerbi sia in pace con la sua coscienza". E parla di calcio disunito

"Per come siamo usciti da questa vicenda mi auguro che chi abbia giudicato abbia avuto tutta le informazioni per giudicare e che Acerbi sia in pace con la sua coscienza". Lo ha detto il ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi, commentando il caso Acerbi-Juan Jesus a margine della firma del protocollo tra Sport e Salute e la Conferenza della Regioni e Province autonome. "La sentenza - si legge nella parole riportate da gazzetta.it - è il frutto delle valutazioni di ciò che è stato riportato, per quanto in altre sentenze il dispositivo tecnico non ha avuto bisogno della prova certa per condannare, non è un caso che in questo io abbia detto che mi auguro come le informazioni messe a disposizione siano state sufficienti per un giudizio".

Sulla decisione del Napoli di non aderire più alle iniziative collettive contro il razzismo ha concluso: "Comprendo l'amarezza, partendo dal rispetto nei confronti di Juan Jesus, ma ritengo che occorra fare uno sforzo e rimanere tutti insieme per contrastare un fenomeno che non si può combattere se si è disarticolati".


Abodi parla di compattezza in un momento in cui l'intero calcio italiano appare decisamente disunito: "Certamente preoccupa la disarticolazione - continua lui -. Molto spesso si parla di sistema calcistico ma è evidente che un sistema abbia bisogno di armonia, anche nella differenza degli interessi e nella differenza delle posizioni. Quello che manca è la capacità di far emergere l'interesse comune. Un sistema così fallisce. E questo non è soltanto un dato legato ai fallimenti finanziari, ma anche al fallimento della credibilità, della reputazione. Spesso ci si nasconde dietro il fatto che la passione popolare sia inesauribile. Questo non deve essere una copertura rispetto ai problemi, ma un elemento di responsabilizzazione. Nonostante una crisi di questa natura che coinvolge oggettivamente anche il settore arbitrale, la gente va ancora allo stadio: bisogna rispettare questa passione. E questa attenzione non la noto oggettivamente. Altrimenti ci metteremo tutti a disposizione gli uni degli altri per presentarci nella maniera adeguata".