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Bergomi: "L'Inter può arrivare ai livelli di Real e City. La testa era sul campionato"
Beppe Bergomi è stato intervistato dal Corriere della Sera all'interno dello speciale dedicato alla vittoria del ventesimo scudetto dell'Inter: "In un’ipotetica classifica dei trionfi nerazzurri dove colloco l’impresa della seconda stella? Molto in alto. Adesso danno tutto per scontato ma dietro c’è un grande lavoro, durato quattro anni. Dobbiamo rendere merito a questa squadra, che ogni volta si è reinventata. Una volta vincevi lo Scudetto e cambiavi pochissimo. Adesso ogni anno vanno via dei campioni e l’Inter riprende la corsa come prima".
Uomo simbolo?
"Dico Lautaro. Gli anni scorsi quando non segnava si intristiva. Adesso è davvero utile alla squadra. Prende botte, va a sedare le risse. Ha acquistato una leadership speciale".
Troppo superore l’Inter o troppo debole la concorrenza?
"Tra le rose dell’Inter e del Milan non c’è questo gran divario. I nerazzurri hanno lavorato bene. Penso alla crisi di risultati di un anno fa e Dimarco che racconta: 'Ci siamo guardati in faccia, parlati, chiariti'. Da allora non hanno sbagliato un colpo e sono andati in finale di Champions".
La seconda stella cancella il dolore per l’eliminazione in Champions?
"Non vedo l’eliminazione come un disvalore. La testa era sul campionato. E poi l’Inter non è ancora al livello del City e del Real. Ma ci può arrivare".
Uomo simbolo?
"Dico Lautaro. Gli anni scorsi quando non segnava si intristiva. Adesso è davvero utile alla squadra. Prende botte, va a sedare le risse. Ha acquistato una leadership speciale".
Troppo superore l’Inter o troppo debole la concorrenza?
"Tra le rose dell’Inter e del Milan non c’è questo gran divario. I nerazzurri hanno lavorato bene. Penso alla crisi di risultati di un anno fa e Dimarco che racconta: 'Ci siamo guardati in faccia, parlati, chiariti'. Da allora non hanno sbagliato un colpo e sono andati in finale di Champions".
La seconda stella cancella il dolore per l’eliminazione in Champions?
"Non vedo l’eliminazione come un disvalore. La testa era sul campionato. E poi l’Inter non è ancora al livello del City e del Real. Ma ci può arrivare".
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