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Claudio Nassi: "Le forche"
Negli Stati Uniti si presta grande attenzione ai dati e alle statistiche. Su questo avanzo da sempre perplessità. Non credo si possano trarre conclusioni basandosi solo sui numeri. Su quelli importanti certamente, poi si passa ai dettagli, perché la verità non sta solo nei grandi numeri, ma anche nei più piccoli, quelli dell'uno o due per cento di genialità o di errore che può fare la differenza. A essere decisivi non sono quasi mai i grandi errori, bensì i piccoli sbagli, i primi che devi cercare di eliminare. Per questo la concentrazione è la cosa più importante. Non a caso uno dei miei maestri consigliava di alzarsi dal letto mettendo per primo a terra il piede destro. Serviva per iniziare a fare attenzione, per poi proseguire.
Mi sono reso conto che, da troppo tempo, nei club c'è una terribile carenza di professionisti, di veri specialisti, di persone capaci di sviluppare al massimo le qualità tecniche di un calciatore, per fargli raggiungere il vertice. Di figure che predicano ovvietà ce ne sono fin troppe. Mancano quelle in grado di migliorare i dettagli. Ad esempio con tecnica c'è un intero pacchetto di qualità che non ha a che fare con la palla, ma rientra nella categoria tecnica. Accanto alla corsa ci sono, per esempio, l'elevazione e la forza del colpo di testa. Colpire la palla di testa in sé non è difficile, ma è un fondamentale con moltissimi aspetti da curare.
Per questo sarebbero indispensabili le forche, come in passato, ma non ci sono. Non se ne sente la necessità. Addirittura non si conoscono, come successo in un colloquio con uno dei presidenti che curano, come pochi, il settore giovanile. Ecco perché ripeto che la rivoluzione dovrebbe partire dal Settore Tecnico di Coverciano. Ricordo ancora quando fecero costruire un gabbione! Allora di moda. Dove in teoria dovrebbero esserci specialisti per ogni area, ci sono soprattutto amici, amici degli amici e conoscenze che si coprono a vicenda, mentre il calcio sprofonda sempre più. Facile individuare la causa: una serie di persone che si sostengono l'un l'altra. Purtroppo per questi, il calcio non è divertimento e svago, né l'oppio del popolo, come pensano i politici, ma l'azienda più importante del Paese.
Mi sono reso conto che, da troppo tempo, nei club c'è una terribile carenza di professionisti, di veri specialisti, di persone capaci di sviluppare al massimo le qualità tecniche di un calciatore, per fargli raggiungere il vertice. Di figure che predicano ovvietà ce ne sono fin troppe. Mancano quelle in grado di migliorare i dettagli. Ad esempio con tecnica c'è un intero pacchetto di qualità che non ha a che fare con la palla, ma rientra nella categoria tecnica. Accanto alla corsa ci sono, per esempio, l'elevazione e la forza del colpo di testa. Colpire la palla di testa in sé non è difficile, ma è un fondamentale con moltissimi aspetti da curare.
Per questo sarebbero indispensabili le forche, come in passato, ma non ci sono. Non se ne sente la necessità. Addirittura non si conoscono, come successo in un colloquio con uno dei presidenti che curano, come pochi, il settore giovanile. Ecco perché ripeto che la rivoluzione dovrebbe partire dal Settore Tecnico di Coverciano. Ricordo ancora quando fecero costruire un gabbione! Allora di moda. Dove in teoria dovrebbero esserci specialisti per ogni area, ci sono soprattutto amici, amici degli amici e conoscenze che si coprono a vicenda, mentre il calcio sprofonda sempre più. Facile individuare la causa: una serie di persone che si sostengono l'un l'altra. Purtroppo per questi, il calcio non è divertimento e svago, né l'oppio del popolo, come pensano i politici, ma l'azienda più importante del Paese.
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