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Dal rischio esonero allo Scudetto, Zanetti: "Non potevamo voltare le spalle a Inzaghi"
Intervistato da Radio Serie A, il vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti ha raccontato anche lo strano percorso di mister Simone Inzaghi sulla panchina dell'Inter. Di seguito le sue dichiarazioni in merito.
Inzaghi un anno fa era sul punto dell'esonero, poi la Champions sfiorata e lo Scudetto. In cosa è stato speciale?
"Soprattutto nel rimanere calmo e sereno nei momenti di difficoltà. Quelli erano momenti difficili per via del risultato dove è stato criticato dall'esterno ma qui si vede anche la forza della società nel supportare l'allenatore soprattutto in questi momenti. Perché quando uno sceglie un allenatore, gli deve dare il tempo necessario per lavorare e capire che ci sono dei momenti in cui tutto va bene e altri in cui non gira. E non gli può voltare le spalle alla prima di difficoltà. E noi vedevamo che la squadra si esprimeva bene e molte partite non meritava di perderle. Era solo questione di tempo. Poi il fatto di arrivare in finale di Champions ha contribuito nel credere in Simone e il tempo ci ha dato ragione".
C'è un retroscena per spiegare l'interismo di Inzaghi?
"Lui è entrato subito in sintonia con i tifosi per il suo modo di essere, per la sua calma e la sua umiltà. Lui si è innamorato subito dell'ambiente e della famiglia Inter. Quando è ad Appiano si vede che è felice, è sempre sorridente. E così anche il suo staff".
Lo si può paragonare al Mourinho interista?
"Sono diversi, hanno personalità diverse. Uno è molto calmo e l'altro meno. Di certo sono due grandi condottieri che ti portano alla vittoria, ognuno alla sua maniera. Mou lo conosciamo, sappiamo quello che ha fatto ma anche Simone ci porterà a tanti successi perché non siamo neanche a metà del ciclo. Mi auguro resti all'Inter per molti anni".
Leggi qui tutte le parole di Javier Zanetti!
Inzaghi un anno fa era sul punto dell'esonero, poi la Champions sfiorata e lo Scudetto. In cosa è stato speciale?
"Soprattutto nel rimanere calmo e sereno nei momenti di difficoltà. Quelli erano momenti difficili per via del risultato dove è stato criticato dall'esterno ma qui si vede anche la forza della società nel supportare l'allenatore soprattutto in questi momenti. Perché quando uno sceglie un allenatore, gli deve dare il tempo necessario per lavorare e capire che ci sono dei momenti in cui tutto va bene e altri in cui non gira. E non gli può voltare le spalle alla prima di difficoltà. E noi vedevamo che la squadra si esprimeva bene e molte partite non meritava di perderle. Era solo questione di tempo. Poi il fatto di arrivare in finale di Champions ha contribuito nel credere in Simone e il tempo ci ha dato ragione".
C'è un retroscena per spiegare l'interismo di Inzaghi?
"Lui è entrato subito in sintonia con i tifosi per il suo modo di essere, per la sua calma e la sua umiltà. Lui si è innamorato subito dell'ambiente e della famiglia Inter. Quando è ad Appiano si vede che è felice, è sempre sorridente. E così anche il suo staff".
Lo si può paragonare al Mourinho interista?
"Sono diversi, hanno personalità diverse. Uno è molto calmo e l'altro meno. Di certo sono due grandi condottieri che ti portano alla vittoria, ognuno alla sua maniera. Mou lo conosciamo, sappiamo quello che ha fatto ma anche Simone ci porterà a tanti successi perché non siamo neanche a metà del ciclo. Mi auguro resti all'Inter per molti anni".
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