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...con Marchetti
“Cuore e organizzazione, il mio Cittadella sfida il Benevento. Il viaggio a La Spezia, l’attesa per giocare... che caos. Serie A, Fiorentina e Genoa non abituate a lottare per la salvezza”
“Cerchiamo di prepararci bene, sapendo che ci siamo complicati la vita nella partita di andata. Tutto diventa più difficile, però sicuramente cercheremo di fare il massimo che è nelle nostre possibilità”. Cosi a TuttoMercatoWeb il direttore generale del Cittadella, Stefano Marchetti, in vista della partita di questa sera contro il Benevento.
Da anni partecipate ai playoff. È arrivato il momento di alzare l’asticella?
“Il Cittadella deve alzare le asticelle una alla volta. Con il nostro modo di ragionare arriviamo da tre anni ai playoff, che poi vengono determinati dagli episodi. Ci sarebbe da analizzare gli episodi per cui abbiamo perso, ma non è ancora il momento”.
Sulla carta il Benevento è favorito.
“Ha un organico importante, non c’è alcun dubbio. Molti hanno anche giocato in Serie A. Poi il campo può avere mille imprevisti. Ma noi abbiamo organizzazione e anche un grande cuore”
Venturato rimarrà anche il prossimo anno?
“È un allenatore che stimo tantissimo. Come uomo e come professionista. C’è grande sintonia dentro e fuori dal campo, credo sia il punto di partenza da cui ricominciare in futuro”.
E leí, direttore?
“Penso alla partita contro il Benevento e alla mia realtà che è il Cittadella. Devo cercare di tirare fuori il massimo da tutti, anche da me stesso. Qui ho stimoli importanti, per me il Cittadella ha un valore importante”
Caos Serie B: giorni fa siete partiti per La Spezia senza avere certezza di giocare perché si attendeva l’esito della richiesta di sospensiva cautelare del Palermo. Come avete vissuto la settimana?
“Abbiamo aspettato di sapere cosa fare. Siamo partiti non sapendo se si giocasse oppure no. Io ho cercato di isolare la squadra il più possibile. I ragazzi sono partiti con la certezza di giocare, io e il presidente invece questa certezza non ce l’avevamo”.
Quanta confusione in Serie B...
“Dirò una cosa brutta, forse anche provocatoria: ormai ci siamo abituati a queste cose. Sono arrivato a un punto che non mi stupisco più di nulla. È diventato normale vedete cose del genere e questo è grave. È ora che il calcio cambi, ma lo diciamo tutti gli anni. Mi piacerebbe che in futuro ci fosse realmente un cambiamento: i campionati devono giocarsi in campo e non in tribunale”.
Finale caldissimo in Serie A: Genoa, Fiorentina ed Empoli si giocano la salvezza. Marchetti in questa occasione non vorrebbe essere il direttore di...
“Forse della Fiorentina. Ma anche il Genoa non è abituato a questo tipo di partite. Non è facile giocare non essendo abituato a disputare gare del genere. Sarà una partita da cuori forti. Servirà grande fiducia. La tensione sarà altissima. Ma di tensioni ne ho già tante di mio. Quindi penso ai miei colleghi e non li invidio”.
Da anni partecipate ai playoff. È arrivato il momento di alzare l’asticella?
“Il Cittadella deve alzare le asticelle una alla volta. Con il nostro modo di ragionare arriviamo da tre anni ai playoff, che poi vengono determinati dagli episodi. Ci sarebbe da analizzare gli episodi per cui abbiamo perso, ma non è ancora il momento”.
Sulla carta il Benevento è favorito.
“Ha un organico importante, non c’è alcun dubbio. Molti hanno anche giocato in Serie A. Poi il campo può avere mille imprevisti. Ma noi abbiamo organizzazione e anche un grande cuore”
Venturato rimarrà anche il prossimo anno?
“È un allenatore che stimo tantissimo. Come uomo e come professionista. C’è grande sintonia dentro e fuori dal campo, credo sia il punto di partenza da cui ricominciare in futuro”.
E leí, direttore?
“Penso alla partita contro il Benevento e alla mia realtà che è il Cittadella. Devo cercare di tirare fuori il massimo da tutti, anche da me stesso. Qui ho stimoli importanti, per me il Cittadella ha un valore importante”
Caos Serie B: giorni fa siete partiti per La Spezia senza avere certezza di giocare perché si attendeva l’esito della richiesta di sospensiva cautelare del Palermo. Come avete vissuto la settimana?
“Abbiamo aspettato di sapere cosa fare. Siamo partiti non sapendo se si giocasse oppure no. Io ho cercato di isolare la squadra il più possibile. I ragazzi sono partiti con la certezza di giocare, io e il presidente invece questa certezza non ce l’avevamo”.
Quanta confusione in Serie B...
“Dirò una cosa brutta, forse anche provocatoria: ormai ci siamo abituati a queste cose. Sono arrivato a un punto che non mi stupisco più di nulla. È diventato normale vedete cose del genere e questo è grave. È ora che il calcio cambi, ma lo diciamo tutti gli anni. Mi piacerebbe che in futuro ci fosse realmente un cambiamento: i campionati devono giocarsi in campo e non in tribunale”.
Finale caldissimo in Serie A: Genoa, Fiorentina ed Empoli si giocano la salvezza. Marchetti in questa occasione non vorrebbe essere il direttore di...
“Forse della Fiorentina. Ma anche il Genoa non è abituato a questo tipo di partite. Non è facile giocare non essendo abituato a disputare gare del genere. Sarà una partita da cuori forti. Servirà grande fiducia. La tensione sarà altissima. Ma di tensioni ne ho già tante di mio. Quindi penso ai miei colleghi e non li invidio”.
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