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Inter, viaggio nell'impazienza di Conte...
Non fate caso al calendario, perché quando arde la fiamma del vincente a tutti i costi, che sia estate o meno non fa differenza. Uno spirito che alberga in maniera inequivocabile nella mente e nei desideri di Antonio Conte, novello sposo con immenso entusiasmo della grande sfida Inter, ma impaziente di poter approfondire il discorso attraverso i nomi illustri che aveva concordato con la società prima di scegliere il progetto nerazzurro tra i tanti che lo hanno solleticato la scorsa primavera. E così, se da un lato i primi segnali emersi nella gara contro il Lugano hanno avuto un esito confortante, dall’altro è d’obbligo sottolineare le condizioni di oggettiva difficoltà con cui il tecnico dei nerazzurri deve convivere in questa decisiva fase di preparazione alla stagione che verrà. La condivisibile scelta societaria di programmazione degli impegni estivi, infatti, è stata quella di lasciare da parte le sgambate per far immergere la rosa nelle pressioni del calcio ad alto livello. La partecipazione all’International Champions Cup ne è testimonianza eloquente, ma la difficoltà dell’impegno deve essere supportata da una struttura di rosa sufficientemente competitiva. L’Inter di oggi lo è solo per due terzi: ad una delle difese più forti del continente e ad un centrocampo stuzzicante, non fa corrispondenza un reparto avanzato all’altezza della situazione. Gli impegni di Lautaro Martinez, la scelta di campo nella gestione di Icardi ed i ritardi nelle trattative Dzeko e Lukaku consegnano ad Antonio Conte un reparto privo di titolari ed anche delle loro potenziali prime alternative. Un handicap non da poco nella costruzione del gruppo, della preparazione atletica, ed anche nell’affrontare avversari come Manchester United, Juventus e Paris Saint Germain che lastricheranno di insidie i prossimi dieci giorni neroazzurri. Il faccia a faccia di sabato con il club di Lukaku potrebbe essere un viatico per far accelerare i contatti tra le parti, e tenere anche a bada quello spirito impaziente ma vincente che Antonio Conte sente il bisogno di poter sprigionare alla sua maniera.
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