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Da Villa Bellini allo scudetto: la pace tra Conte e l’Inter è resistita un anno
Antonio Conte saluta l’Inter. Dopo un anno di pace, quasi di tregua armata. Quella sancita, di fatto, nel celebre incontro di Villa Bellini l’estate scorsa, al termine di un campionato nel quale erano volati gli stracci. Era il 25 agosto 2020, c’erano Zhang, Conte, Marotta, Ausilio: gli stati maggiori dell’Inter. Ci si arrivava dopo qualche veleno (memorabile la stoccata interna sui calendari) e parecchie incertezze derivanti dai diktat dalla Cina, che imponevano un certo ridimensionamento all’Inter. Ne uscirono, pescati dalle telecamere con loro grande sorpresa, uniti ma con le idee abbastanza chiare: sotterrata l’ascia di guerra, troppo vicino il campionato successivo e troppo competitiva la squadra per non provarci davvero. Missione riuscita, poi è arrivato il tempo della richiesta di chiarezza, anche se Conte si è trincerato dietro conferenze stampa da 0-0 (parole sue) che dato il carisma del personaggio non riuscivano fino in fondo a essere tali. Vinto lo scudetto, raggiunto l’obiettivo, l’inevitabile redde rationem: il ridimensionamento non va bene, Conte corre per vincere e guadagna perché sa come si fa. È durato un anno, è valso un tricolore. Tutto sommato ci sono stati armistizi peggiori.
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