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Milan, ultima spiaggia: serve almeno il +2. Ma fare come l’Inter non sarebbe un dramma
Vincere, con due gol di scarto, poi tenere occhi e orecchie ad Anfield, infine giocarsi tutto a San Siro contro il Liverpool. Il Milan affronta la quinta giornata di Champions League, la competizione che è stata per anni la casa dei rossoneri e in questa stagione si è rivelata una trappola mortale, come fosse l’ultima. Tre sconfitte su quattro partite, un solo punto in classifica, qualche arbitraggio da rivedere e parecchie lezioni apprese in giro per l’Europa. Visto il sorteggio, considerate le ultime stagioni, è comunque un successo per il giovane Diavolo di Stefano Pioli. Il quale, finché l’aritmetica non darà verdetti, fa mostra di crederci ancora.
Milan all’ultima spiaggia. Come l’Atletico. Al Wanda Metropolitano, si affronteranno due formazioni che per andare avanti hanno bisogno della vittoria. Ai rossoneri, come detto, non basterebbe un successo qualsiasi: i tre punti e almeno due gol di vantaggio sui Colchoneros di Diego Simeone consentirebbero al Milan di mettere il muso davanti all’Atleti in classifica. Un aspetto da non trascurare, perché a quel punto il secondo posto - o il terzo - si potrebbe giocare tutto sui dettagli. Certo, una mano dovrebbe darla anche il Liverpool, fin qui a punteggio pieno: se il Porto trionfasse ad Anfield, le vie della Champions sarebbero precluse a Ibra & Co. E a quel punto servirebbe qualche riflessione.
Il precedente dell’Inter sarebbe un dramma? Un anno fa, i nerazzurri di Conte salutarono senza troppi rimpianti la Champions League. Tutto sommato facendo una figura peggiore di quella che ha fatto sinora il Milan, perché il girone era alla portata e l’Inter non tornava a giocare la massima competizione continentale a distanza di quasi un decennio. Il quarto posto sembrava un’onta da lavare via il più presto possibile, ma il detersivo si è rivelato il migliore: senza la “distrazione” europea, l’Inter ha potuto correre spedita verso la vittoria dello scudetto. Un obiettivo coltivato dal Milan di Pioli, che ha dimostrato - anche a livello numerico - quanta fatica comporti il doppio impegno. Da un lato, è vero che una squadra bisognosa d’esperienza internazionale dovrebbe augurarsi di giocare il maggior numero di partite possibili in Europa. E ancora: sono gare che portano soldi, magari la seconda competizione continentale - che dallo spareggio in poi mostra già la sua indole di calvario - potrebbe portare persino un trofeo. Dall’altro, però, c’è un tricolore che mai come quest’anno sembra possibile, col Napoli che perde pezzi e l’Inter a corrente alternata. Al Wanda Metropolitano, il Milan deve e soprattutto vuole vincere. Non riuscisse nell’impresa, conoscerebbe già la strada per provare a consolarsi.
Milan all’ultima spiaggia. Come l’Atletico. Al Wanda Metropolitano, si affronteranno due formazioni che per andare avanti hanno bisogno della vittoria. Ai rossoneri, come detto, non basterebbe un successo qualsiasi: i tre punti e almeno due gol di vantaggio sui Colchoneros di Diego Simeone consentirebbero al Milan di mettere il muso davanti all’Atleti in classifica. Un aspetto da non trascurare, perché a quel punto il secondo posto - o il terzo - si potrebbe giocare tutto sui dettagli. Certo, una mano dovrebbe darla anche il Liverpool, fin qui a punteggio pieno: se il Porto trionfasse ad Anfield, le vie della Champions sarebbero precluse a Ibra & Co. E a quel punto servirebbe qualche riflessione.
Il precedente dell’Inter sarebbe un dramma? Un anno fa, i nerazzurri di Conte salutarono senza troppi rimpianti la Champions League. Tutto sommato facendo una figura peggiore di quella che ha fatto sinora il Milan, perché il girone era alla portata e l’Inter non tornava a giocare la massima competizione continentale a distanza di quasi un decennio. Il quarto posto sembrava un’onta da lavare via il più presto possibile, ma il detersivo si è rivelato il migliore: senza la “distrazione” europea, l’Inter ha potuto correre spedita verso la vittoria dello scudetto. Un obiettivo coltivato dal Milan di Pioli, che ha dimostrato - anche a livello numerico - quanta fatica comporti il doppio impegno. Da un lato, è vero che una squadra bisognosa d’esperienza internazionale dovrebbe augurarsi di giocare il maggior numero di partite possibili in Europa. E ancora: sono gare che portano soldi, magari la seconda competizione continentale - che dallo spareggio in poi mostra già la sua indole di calvario - potrebbe portare persino un trofeo. Dall’altro, però, c’è un tricolore che mai come quest’anno sembra possibile, col Napoli che perde pezzi e l’Inter a corrente alternata. Al Wanda Metropolitano, il Milan deve e soprattutto vuole vincere. Non riuscisse nell’impresa, conoscerebbe già la strada per provare a consolarsi.
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