Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Primo piano
La società non cambia rotta: avanti con Allegri. Ma le motivazioni non reggonoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 19 settembre 2022, 10:58Primo piano
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

La società non cambia rotta: avanti con Allegri. Ma le motivazioni non reggono

Tanto tuonò che piovve, e a nessuno venne in mene di aprire l'ombrello. 

La Juventus in questo momento è una barca affondata, con pochi marinai disposti a sacrificarsi per un comandante che al momento non sa neanche come uscire dalla bufera e aspetta semplicemente che smetta di piovere, che il vento smetta di soffiare e che il mare torni calmo per poi riprendere la navigazione. L'idea della dirigenza (tranne uno), purtroppo, non è molto diversa da quella di Allegri. Il terzo progetto tecnico, quello che non poteva e non doveva fallire per nessun motivo al mondo, prevedeva il tecnico livornese alla guida e così deve essere, e così sarà. Il colloquio e chiarimento interno ha lasciato le cose così come stanno: si va avanti con Allegri fiduciosi che possa tirare fuori la squadra da questa tempesta.

In molti casi decidere di non intervenire è la scelta più saggia, perché invece di farsi trascinare dalla corrente (la pancia) chissà dove, si sceglie di seguire una rotta precisa (la testa) e di non cambiare strada. Ma in questo caso è la scelta più scellerata da fare perché esiste sempre un punto di non ritorno, un momento in cui seguire la rotta rappresenta semplicemente una strategia cocciuta di chi non vuole ammettere le colpe di una scelta sbagliata e accollarsi i costi della risoluzione del problema. Uscendo fuori di metafora: la squadra non segue più il suo allenatore perché, a sua volta, l'allenatore non crede più nella sua squadra e nel progetto tecnico che lui stesso ha avallato con la società che lo ha accontentato su tutto. Questo non è un dèjà vu, non è lo spogliatoio che si rivoltò contro Sarri o che si autogestì con Pirlo, questo è uno spogliatoio composto da giocatori nuovi che non hanno ancora capito cosa gli chiede e cosa vuole l'allenatore. E questo perché è lo stesso allenatore a non saperlo. Poi è evidente anche che c'è una spaccatura nella dirigenza stessa, con il vice presidente Nedved (i cui rapporti con Allegri sono ormai ai minimi storici) che alimenta e "giustifica" i malumori e la voglia di ribellione dello spogliatoio, qualsiasi esso sia. 

Non accorgersi che c'è una spaccatura profonda che non nasce da un pregiudizio verso l'allenatore ma dall'onesta presa di coscienza che Allegri non sa più navigare questo mare, rappresenta il limite più grande della società. Quello che non riaprì le porta al ritorno di Conte, che non ammette il ritorno in società di Alessandro Del Piero e che non ha mai fatto un passo indietro nella gestione del tifo pur davanti all'evidenza che lo Stadium ridotto a teatro è uno sconforto di cui sono stanchi gli stessi giocatori. Questa cocciutaggine sta diventando il limite di un presidente che ha fatto cose straordinarie e che sta vanificando il tutto per non cambiare mai idea. 

Ma come diceva Antonio Barracano, personaggio nato dalla mente geniale di Eduardo De Filippo nella commedia "Il sindaco del Rione Sanità":

"L'uomo è uomo solamente quando non è testardo. Quando capisce ch'è venuto il momento di fare marcia indietro e la fa. Quando riconosce un errore commesso, se ne assume la responsabilità, e cerca scusa".

Questa Juventus ha bisogno di uomini e non di personaggi in cerca d'autore.