Dalla Camera il via libera alla partecipazione popolare a quote di società sportive

Con 214 sì, nessun voto contrario e otto astenuti ieri la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge relativa a forme di partecipazione popolare a quote di società sportive. Ora il provvedimento dovrà passare anche al Senato, che se lo approverà senza modificarne il testo, per diventare a tutti gli effetti legge.

La proposta di legge presentata dal Comitato Noif "Nelle origini il futuro", del quale fa parte anche l’Associazione ToroMio, prevede norme finalizzate a promuovere, sostenere e favorire la partecipazione, diretta o indiretta, al capitale sociale delle società sportive da parte dei tifosi. Partecipazione vista in forma di coesione e aggregazione sociale, fattore di crescita individuale e collettiva e occasione per la formazione e diffusione della cultura sportiva autentica e rispettosa dei princìpi di legalità.

In particolare il testo disciplina le forme di partecipazione popolare a quote di società sportive sia  dilettantistiche sia professionistiche nel rispetto di specifiche condizioni, come scrive La4News/Agenzia Nova, e regola gli Enti di partecipazione popolare sportiva in quanto Enti rappresentativi dei sostenitori della società sportiva. La proposta di legge disciplina anche i requisiti che devono avere le società partecipate da Enti di partecipazione popolare per accedere ad agevolazioni e regola il diritto di prelazione per l'assegnazione del titolo sportivo nell'ipotesi di perdita per fallimento o per altre cause previste dall'ordinamento. Sempre nella proposta sono inseriti anche i compiti del dipartimento per lo Sport della presidenza del Consiglio dei ministri e sulla costituzione ed iscrizione alla sezione del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche degli Enti di partecipazione popolare sportiva. Infine è inserito nella proposta che una volta approvata la legge entri in vigore dopo un anno dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e che il regolamento attuativo della riforma sia fatto con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri.