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ESCLUSIVA TJ - Raffaele Palladino: "A Crotone sarà dura, Simy non è l'unico pericolo. Pirlo intelligente, Juve creata per supportare di più CR7. Su Palla d'Ibra e la mia cessione..."TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
venerdì 16 ottobre 2020, 11:30Primo piano
di Mirko Di Natale
per Tuttojuve.com

ESCLUSIVA TJ - Raffaele Palladino: "A Crotone sarà dura, Simy non è l'unico pericolo. Pirlo intelligente, Juve creata per supportare di più CR7. Su Palla d'Ibra e la mia cessione..."

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex attaccante bianconero attualmente allenatore dei ragazzi U15 del Monza, Raffaele Palladino, per parlare della sua nuova avventura, di Crotone-Juventus e non solo:

Un pareggio e una vittoria nelle due prime partite da guida tecnica del Monza U15. Come procede la tua avventura in Brianza?

"Sta procedendo molto bene, oltre le aspettative. E' un lavoro nuovo che mi piace tantissimo, mi sono catapultato in questa nuova avventura con grande cuore. Ero ancora un calciatore del Parma quando ho preso il patentino da allenatore, circa sei anni fa, perché già all'epoca avevo l'idea di diventare allenatore. Poi, quando ho indossato la maglia del Monza, ho conosciuto Galliani che mi ha detto di volermi nel settore giovanile una volta appesi gli scarpini al chiodo. E' stato lui l'artefice di questo nuovo inizio. E in campionato siamo partiti molto bene".

Quale è l'obiettivo principale di questa stagione?

"Il mio obiettivo è quello di trasmettere a questi ragazzi ciò che ho appreso dai miei allenatori, in modo così da poter garantir loro un futuro da calciatore. Ho l'obbligo di insegnare valori umani, dello spogliatoio e l'atteggiamento giusto da avere con compagni ed avversari. E in più voglio essere d'aiuto a livello tecnico, più che il risultato a me interessa la crescita di ogni singolo ragazzo. C'è grande entusiasmo".

Quale è il tuo sogno?

"Ho intrapreso questo percorso che vorrei portare avanti, non nascondo che il sogno è di arrivare in una squadra di livello superiore. In realtà c'erano già alcune proposte di questo tipo, ma quando vuoi iniziare questa carriera devi partire dal basso perché così puoi crescere con calma e senza fretta. Ho avuto un confronto con Gasperini che reputo un maestro, mi ha consigliato di iniziare dal settore giovanile".

La gavetta per affinare la tua arte, in modo da arrivare sempre più in alto. Ma c'è invece Andrea Pirlo, che hai conosciuto come compagno di squadra ed avversario, che è alla guida della Juventus senza aver intrapreso questo percorso.

"Lo conosco molto bene, dall'esterno può sembrare introverso ma invece è molto allegro, ironico ed è proprio una persona d'oro. La scelta da parte della Juventus, di Agnelli, Paratici e tutto il management, è stata molto oculata, anche perché questi grandi campioni vanno gestiti in una certa maniera e ci voleva un ragazzo come Andrea. Farà davvero molto bene, gli auguro tanta fortuna".

Però non credi sia un rischio per lui?

"Senza ipocrisia, per Andrea questo incarico rappresenta un rischio ma una delle prime cose che sto imparando è che quando diventi allenatore tutti partono da zero a zero. Perché puoi avere delle conoscenze e le tue idee, ma si azzera tutto. Ognuno di noi deve aggiornarsi nello stesso modo, studiare le partite ed esser bravo nella gestione della squadra. Gli viene rimproverato di esser senza esperienza, ma raggiungerà la sua maturazione alla guida della Juventus. Lui sarà la vera sorpresa, come dicevo farà molto bene".

Hai già visto qualche partita della Juve? Ti ha incuriosito a livello tattico?

"Sì, ha già dimostrato di essere molto intelligente. Andrea, infatti, ha ricominciato dalle certezze e una delle prime cose fatte è stata quella di rimettere la squadra a tre a livello difensivo, memore della grande solidità difensiva che i suoi ex compagni Bonucci e Chiellini hanno saputo garantire in questi anni. E con quel modulo e quella impostazione, i giocatori rendono al meglio. Il suo gioco è ancora presto per vederlo, dobbiamo aspettare e vedere quale sarà l'identità che sarà in grado di dare. Nelle interviste lo vedo molto sicuro delle sue idee, vedremo se riuscirà a trasmetterle completamente".

E i bianconeri saranno di scena domani sera all'Ezio Scida di Crotone. Che sfida ti aspetti?

"Ho giocato sia a Crotone che nella Juventus, il mio cuore è diviso a metà e faccio sempre il tifo per entrambe. Per i bianconeri sarà una partita molto tosta, i pitagorici sono difficili da affrontare in casa e per esperienza posso affermare che non è un campo semplice in cui giocare. Tra l'altro non hanno iniziato al meglio e cercheranno di fare la partita della vita, contro un avversario che non potrà schierare Cristiano Ronaldo. La Juve, però, dovrà cercare di portare a casa il risultato ed è la favorita per questo match".

Farà la partita della vita, quindi come getterà il cuore oltre l'ostacolo?

"Il Crotone è gestito da un allenatore molto bravo che ha saputo trasmettergli un gioco e una identità, in più aggiungiamo il fatto che la squadra è rimasta quasi la stessa di quella che ha conquistato la Serie A e quindi sanno come affrontare certe partite. La Juve proverà a fare la partita, ma dovrà stare attenta all'agonismo e le ripartenze degli uomini di Stroppa. Simy? Mi auguro per i bianconeri che non si ripeta (sorride ndr). Ho giocato insieme a lui e conosco le sue qualità, per cui bisogna prestare molta attenzione. Nonostante le difficoltà iniziali, sono sicuro che gli squali usciranno fuori".

La Juventus è molto flessibile quest'anno in attacco, non c'è una prima punta vera e ci sono giocatori in grado di ricoprire più ruoli. Un po' come te quando eri calciatore. Che cosa ne pensi di questo reparto?

"La Juve ha un parco attaccanti che Pirlo può far giocare in ogni modo, questa squadra è stata creata per dare ancora più apporto a Ronaldo in fase offensiva. Lo scorso anno senza Mandzukic, l'ho visto fare un po' di fatica quando giocava esterno e aveva Higuain davanti. C'è molta più inventiva, si può giocare con tre attaccanti di cui due esterni e una punta oppure con Kulusevski, Chiesa o Dybala in appoggio a Ronaldo e Morata. L'anno scorso, invece, Sarri che è anche più integralista aveva poche soluzioni in avanti, mentre Pirlo ha davvero tante armi a sua disposizione. Si divertirà".

Hai qualche rammarico per la tua avventura in bianconero? Pensi mai a come è finita?

"Non è stato un rammarico, ma non mi sono trovato bene con Ranieri e credo non abbia saputo valorizzare al meglio le mie qualità. Mi schierava esterno in un 4-4-2 coperto, mi chiedeva di giocare a due tocchi e mi limitava molto come calciatore. E' vero che in quella stagione sono sceso molte volte in campo, però sia a livello umano e sia livello tecnico non è stato il massimo. E se sono andato via dalla Juventus non è stato soltanto perché volevo giocare di più, ma anche per quel motivo. Ero rimasto molto dispiaciuto per l'addio di Deschamps, un allenatore che stravedeva per le mie doti e il suo modo di giocare, che risaltava l'estro e la fantasia dei campioni di quella Juve, mi piaceva molto". 

Ti è mai pesato il soprannome "PalladIbra" o qualsiasi altro accostamento a Zlatan Ibrahimovic?

"Non mi è mai pesato, ricordo che uno dei primi soprannomi che mi fu dato da Lapo Elkann era 'Aladino' e poi c'era 'PalladIbra'. In realtà mi chiamavano anche con altri nomi. Ero molto divertito, per me era uno stimolo a far meglio e da tifoso juventino mi sentivo anche incentivato. Avevo 22 anni ed ero molto giovane, provenivo da un campionato giocato da titolare nella Juventus e anche l'anno dopo feci bene".

Si ringrazia Raffaele Palladino per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.