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Bergamo: "Frappart bel segnale per mondo arbitrale. Da noi abbiamo rallentato"
Nel corso del TMW News, il programma televisivo di Tuttomercatoweb.com è intervenuto Paolo Bergamo, ex arbitro ed ex designatore, per parlare di vari temi legati ai nostri fischietti e non solo: "Ci sono giovani che si stanno affacciando alla serie A, c'è esperienza da fare e non vedo molta qualità, si fa fatica a vedere prestazioni eccellenti. E non c'è un gruppo di esperti che siano più incisivi nelle decisioni che prendono al Var. Pare semplice stare al Var ma non è così, ci vuole quel colpo d'occhio che non sempre c'è e per il quale bisogna essere allenati. Ci vuole un gruppo ben preparato di arbitri che stanno al Var e poi bisogna dare seguito ad un protocollo che ridia agli arbitri l'autonomia. Non è possibile che l'arbitro in campo ad ogni azione sospetta abbia bisogno del Var..."
L'Aia e il suo futuro? Come vede questa situazione?
"Nicchi è stato anche un buon presidente ma ora dopo 11 anni serve un cambiamento. C'è bisogna di idee nuove, serve un'Aia nuova, la vita del settore arbitrale sta cambiando. Negli ultimi anni si sono persi tanti iscritti, si è data troppa importanza agli arbitri d'elitè e si sono persi di vista i problemi delle sezioni e dei giovani che devono affrontare un'attività senza avere la giusta attenzione da parte dei nostri tecnici. Mi auguro che Nicchi non si ricandidi soprattutto per dare un segnale all'esterno. Se dopo 11 anni c'è ancora bisogno della stessa persona, allora significa che dentro l'Aia non crescono dirigenti nuovi".
La Frappart dirigerà Juve-Dinamo. Se glielo avessero detto anni fa se lo sarebbe aspettato?
"Sì me lo sarei aspettato: noi in Italia invece abbiamo rallentato la crescita delle donne arbitro. Io da responsabile della Can avevo Cristina Cini come assistente che era un bell'esempio per il nostro mondo. Qualcosa ha poi frenato questa crescita. La testa delle donne comunque funziona molto bene e un arbitro oltre alla corsa e alla velocità deve avere tanta testa e capacità di interpretare il regolamento. E' un bel segnale che la Frappart sta dando al nostro sistema arbitrale: lei peraltro arriva dopo un'altra ottima assistente, la Viennot che io in commissione Uefa designai per partite internazionali. Una donna ripeto è in grado di interpretare il regolamento, che è unico; sono gli uomini che hanno dei pregiudizi ma questo è fortemente sbagliato".
L'Aia e il suo futuro? Come vede questa situazione?
"Nicchi è stato anche un buon presidente ma ora dopo 11 anni serve un cambiamento. C'è bisogna di idee nuove, serve un'Aia nuova, la vita del settore arbitrale sta cambiando. Negli ultimi anni si sono persi tanti iscritti, si è data troppa importanza agli arbitri d'elitè e si sono persi di vista i problemi delle sezioni e dei giovani che devono affrontare un'attività senza avere la giusta attenzione da parte dei nostri tecnici. Mi auguro che Nicchi non si ricandidi soprattutto per dare un segnale all'esterno. Se dopo 11 anni c'è ancora bisogno della stessa persona, allora significa che dentro l'Aia non crescono dirigenti nuovi".
La Frappart dirigerà Juve-Dinamo. Se glielo avessero detto anni fa se lo sarebbe aspettato?
"Sì me lo sarei aspettato: noi in Italia invece abbiamo rallentato la crescita delle donne arbitro. Io da responsabile della Can avevo Cristina Cini come assistente che era un bell'esempio per il nostro mondo. Qualcosa ha poi frenato questa crescita. La testa delle donne comunque funziona molto bene e un arbitro oltre alla corsa e alla velocità deve avere tanta testa e capacità di interpretare il regolamento. E' un bel segnale che la Frappart sta dando al nostro sistema arbitrale: lei peraltro arriva dopo un'altra ottima assistente, la Viennot che io in commissione Uefa designai per partite internazionali. Una donna ripeto è in grado di interpretare il regolamento, che è unico; sono gli uomini che hanno dei pregiudizi ma questo è fortemente sbagliato".
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