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Il Ronaldo furioso. Dalla fascia col Portogallo al gesto post Ajax: tutti i precedenti
La maglia, alla fine, è tra le braccia e nella cameretta di un giovane raccattapalle. Caso rientrato, più o meno. Perché alla fine di Juventus-Genoa, Cristiano Ronaldo, oltre a togliersi la casacca a strisce bianconere, si è anche esibito in una serie di smorfie e sbuffi. Ha salutato lo Stadium scuro in volto, nonostante la sua squadra avesse appena vinto per 3-1 e rilanciato le proprie ambizioni di Champions League. Non una prima volta, per il portoghese, non certo nuovo a escandescenze e malumori.
L’ultima: la fascia da capitano per terra. È davvero vicina nel tempo: due settimane fa, a Belgrado, Serbia e Portogallo pareggiano 2-2. CR7 si rende protagonista di un gol fantasma, ingiustamente annullato dall’arbitro Makkelie. Non contendo della decisione dell’olandese, Ronaldo a fine gara si strappa la fascia da capitano dal braccio e la getta a terra. Un gesto che fa il giro del mondo, tanto da far ipotizzare possibili sanzioni da parte della FIFA (sin qui non pervenute). Tutto è bene, però, quel che finisce bene: raccolta da un vigile del fuoco in servizio al Marakana, la fascia è finita in asta per beneficenza.
I precedenti alla Juve: col Milan e in Champions. Prima che contro il Genoa, il malumore di CR7 è già affiorato, platealmente o meno, anche in altri episodi e momenti della sua carriera bianconera. Novembre 2019, Juventus-Milan: al minuto 55, Sarri decide di togliere Cristiano. Per tutta risposta, quest’ultimo non va in panchina ma si dirige direttamente verso gli spogliatoi. Per la cronaca, il subentrato (Dybala) consegna alla Signora il successo. Amara per tutti, invece, l’ultima di Allegri in Champions: al termine del 2-1 subito contro l’Ajax, Ronaldo manda un messaggio inequivocabile alla squadra. “Ci siamo ca**ti sotto”, fa capire il portoghese con le mani.
Da Manchester a Madrid, quanto pesano i trofei individuali. Il calcio è sport di squadra, si sa. Ma spesso e volentieri le intemperanze di un fuoriclasse come Ronaldo sono legate a risultati tutti personali. Andiamo indietro nel tempo, stagione 2008-2009, quando il portoghese veste la maglia del Manchester United. A maggio Ronaldo la Scarpa d’Oro, Ferguson lo sostituisce al minuto 58 di un derby col City: Cristiano scoppia in lacrime in panchina. A fine stagione andrà al Real Madrid. Dove si renderà protagonista di un episodio da ricordare in un altrettanto memorabile Clasico, in semifinale di Champions League. Anno di grazia 2011, CR7 va in pressione sulla difesa del Barcellona: finisce in torello, ma quando si gira vede i suoi compagni passivi e indietro di 30 metri indietro rispetto all’azione. Si ferma e inizia a sbraitare. Se non sei al suo livello, o non riesce a esserci lui, come accaduto contro il Genoa, Cristiano Ronaldo s’arrabbia.
L’ultima: la fascia da capitano per terra. È davvero vicina nel tempo: due settimane fa, a Belgrado, Serbia e Portogallo pareggiano 2-2. CR7 si rende protagonista di un gol fantasma, ingiustamente annullato dall’arbitro Makkelie. Non contendo della decisione dell’olandese, Ronaldo a fine gara si strappa la fascia da capitano dal braccio e la getta a terra. Un gesto che fa il giro del mondo, tanto da far ipotizzare possibili sanzioni da parte della FIFA (sin qui non pervenute). Tutto è bene, però, quel che finisce bene: raccolta da un vigile del fuoco in servizio al Marakana, la fascia è finita in asta per beneficenza.
I precedenti alla Juve: col Milan e in Champions. Prima che contro il Genoa, il malumore di CR7 è già affiorato, platealmente o meno, anche in altri episodi e momenti della sua carriera bianconera. Novembre 2019, Juventus-Milan: al minuto 55, Sarri decide di togliere Cristiano. Per tutta risposta, quest’ultimo non va in panchina ma si dirige direttamente verso gli spogliatoi. Per la cronaca, il subentrato (Dybala) consegna alla Signora il successo. Amara per tutti, invece, l’ultima di Allegri in Champions: al termine del 2-1 subito contro l’Ajax, Ronaldo manda un messaggio inequivocabile alla squadra. “Ci siamo ca**ti sotto”, fa capire il portoghese con le mani.
Da Manchester a Madrid, quanto pesano i trofei individuali. Il calcio è sport di squadra, si sa. Ma spesso e volentieri le intemperanze di un fuoriclasse come Ronaldo sono legate a risultati tutti personali. Andiamo indietro nel tempo, stagione 2008-2009, quando il portoghese veste la maglia del Manchester United. A maggio Ronaldo la Scarpa d’Oro, Ferguson lo sostituisce al minuto 58 di un derby col City: Cristiano scoppia in lacrime in panchina. A fine stagione andrà al Real Madrid. Dove si renderà protagonista di un episodio da ricordare in un altrettanto memorabile Clasico, in semifinale di Champions League. Anno di grazia 2011, CR7 va in pressione sulla difesa del Barcellona: finisce in torello, ma quando si gira vede i suoi compagni passivi e indietro di 30 metri indietro rispetto all’azione. Si ferma e inizia a sbraitare. Se non sei al suo livello, o non riesce a esserci lui, come accaduto contro il Genoa, Cristiano Ronaldo s’arrabbia.
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