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La Juve ritrova la Joya di vincere. Allegri può festeggiare il ritorno al gol di Dybala e Morata
La Juventus non poteva concepire un risultato differente dalla vittoria nella trasferta di Salerno. E così è stato in uno stadio Arechi che ha omaggiato al terzo minuto Andrea Fortunato, ex giocatore bianconero originario di Salerno scomparso prematuramente nel 1995 all’età di 23 anni. Finisce 2-0 e decidono Paulo Dybala e Alvaro Morata, il 9 e il 10 a cui tutti chiedevano, e chiedono, i gol necessari a far risalire la china a Madama e a farle ritrovare la serenità che manca da tempo.
La serenità della Joya.
Una partita dominata in lungo e in largo da parte dei bianconeri con diverse occasioni, o potenziali, da sfruttare ma solamente due portate in fondo. Con il brivido però sul palo di Ranieri, complice una dormita della retroguardia, che avrebbe potuto offrire tutt’altra ripresa. In quella porta dove nel primo tempo Dybala e Kulusevski hanno confezionato il vantaggio con uno scambio delizioso al limite dell’area di rigore concluso dal fendente mancino del numero 10. Che si è mosso in lungo e in largo per il campo fungendo quasi da mezzala in fase di possesso. Unica nota stonata l’errore dal dischetto (osservato da vicino anche dall’altro argentino Matias Soulé, 2003 all’esordio in Serie A) a partita scaduta con un scivolone che ha negato la doppietta personale.
La risalita di Morata.
Non segnava da 72 giorni in campionato Alvaro Morata. Tanti, tantissimi per un attaccante col minutaggio avuto finora in stagione dallo spagnolo. Gli sono bastati quattro giri d’orologio per tornare a esultare dopo che Max Allegri ha deciso di mandarlo in campo al posto di un non troppo incisivo Kean. Un gol da nove vero, da rapace d’area di rigore abile a farsi trovare nella posizione migliore per ricevere la sfera e insaccare alle spalle del portiere avversario con un tocco d’esterno. Morata torna a sorridere e ringrazia con una rete importante la difesa pubblica del suo allenatore. La Juve invece torna a respirare in modo meno affannoso cercando, ancora una volta, di costruire certezze.
La serenità della Joya.
Una partita dominata in lungo e in largo da parte dei bianconeri con diverse occasioni, o potenziali, da sfruttare ma solamente due portate in fondo. Con il brivido però sul palo di Ranieri, complice una dormita della retroguardia, che avrebbe potuto offrire tutt’altra ripresa. In quella porta dove nel primo tempo Dybala e Kulusevski hanno confezionato il vantaggio con uno scambio delizioso al limite dell’area di rigore concluso dal fendente mancino del numero 10. Che si è mosso in lungo e in largo per il campo fungendo quasi da mezzala in fase di possesso. Unica nota stonata l’errore dal dischetto (osservato da vicino anche dall’altro argentino Matias Soulé, 2003 all’esordio in Serie A) a partita scaduta con un scivolone che ha negato la doppietta personale.
La risalita di Morata.
Non segnava da 72 giorni in campionato Alvaro Morata. Tanti, tantissimi per un attaccante col minutaggio avuto finora in stagione dallo spagnolo. Gli sono bastati quattro giri d’orologio per tornare a esultare dopo che Max Allegri ha deciso di mandarlo in campo al posto di un non troppo incisivo Kean. Un gol da nove vero, da rapace d’area di rigore abile a farsi trovare nella posizione migliore per ricevere la sfera e insaccare alle spalle del portiere avversario con un tocco d’esterno. Morata torna a sorridere e ringrazia con una rete importante la difesa pubblica del suo allenatore. La Juve invece torna a respirare in modo meno affannoso cercando, ancora una volta, di costruire certezze.
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