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Il cuore immenso di Gattuso, l'immagine più bella di questo nuovo Napoli
Le lacrime e la gioia. I ringraziamenti e l'altruismo, anche in un momento in cui la vita ti mostra il suo lato peggiore. Gennaro Gattuso è un Signore del mondo del calcio, un uomo vero a cui è impossibile non volergli bene. E' l'allenatore che quando è stato cacciato dal Milan ha rinunciato al proprio stipendio a patto che venissero pagati fino all'ultimo centesimo i suoi collaboratori. E' l'allenatore che dopo aver vinto tutto da calciatore è ripartito da zero per una nuova vita da allenatore che sta vivendo con la stessa passione e trasporto. "Perché il calcio mi ha dato più di quanto io gli abbia dato e non posso mollare una virgola".
E allora testa bassa e lavorare. Anche quando la testa dovrebbe essere altrove, lui è lì a lavorare 18 ore al giorno e a curare ogni minimo dettaglio. Perché il Gattuso allenatore interpreta il suo lavoro come una missione, esattamente come faceva il Gattuso giocatore. Conosce i suoi limiti e non ha paura di ammetterli, è un esempio ideale per tutti coloro che non hanno ricevuto da madre natura il dono col talento: non era un giocatore col talento di Pirlo, non è un allenatore visionario come Guardiola. Ma ha un senso del dovere e una cultura del lavoro che non ha eguali anche perché includente.
La generosità di Gattuso è contagiosa. Il Napoli a dicembre sembrava smarrito, a fine ciclo, mentre ora si difende anche in undici per 80 minuti se necessario. Senza mai mollare, senza mai risparmiarsi. E' una squadra che sa nuovamente ragionare da gruppo, sa soffrire ma sa anche come far male agli avversari. E' una squadra che ieri sera a fine partita ha giustamente portato in trionfo un condottiero dal cuore grande. Uno dei pochi che calcio conserva ancora una visione romantica.
E allora testa bassa e lavorare. Anche quando la testa dovrebbe essere altrove, lui è lì a lavorare 18 ore al giorno e a curare ogni minimo dettaglio. Perché il Gattuso allenatore interpreta il suo lavoro come una missione, esattamente come faceva il Gattuso giocatore. Conosce i suoi limiti e non ha paura di ammetterli, è un esempio ideale per tutti coloro che non hanno ricevuto da madre natura il dono col talento: non era un giocatore col talento di Pirlo, non è un allenatore visionario come Guardiola. Ma ha un senso del dovere e una cultura del lavoro che non ha eguali anche perché includente.
La generosità di Gattuso è contagiosa. Il Napoli a dicembre sembrava smarrito, a fine ciclo, mentre ora si difende anche in undici per 80 minuti se necessario. Senza mai mollare, senza mai risparmiarsi. E' una squadra che sa nuovamente ragionare da gruppo, sa soffrire ma sa anche come far male agli avversari. E' una squadra che ieri sera a fine partita ha giustamente portato in trionfo un condottiero dal cuore grande. Uno dei pochi che calcio conserva ancora una visione romantica.
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