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Baresi e Totti sì, Baggio e Vieri no: Zaniolo corre per tornare, quanti precedentiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 25 marzo 2021, 18:30Serie A
di Ivan Cardia

Baresi e Totti sì, Baggio e Vieri no: Zaniolo corre per tornare, quanti precedenti

Un anno fa, di questi tempi, Nicolò Zaniolo salutava forse con un pizzico di gioia il rinvio dell’Europeo. Ai box da quel tremendo infortunio con la Juventus, il talento della Roma tornava a vedere la possibilità di vestire la maglia azzurra nella rassegna continentale, che sembrava sfumata. Non poteva immaginare che, dopo il so rientro post lockdown, la sfortuna sarebbe tornata a bussare alla sua porta. Questa volta proprio mentre vestiva la maglia dell’Italia. E l’Europeo sarebbe stato di nuovo in bilico, per lui. Oggi, la Roma e l’azzurro lo aspettano di nuovo: l’obiettivo è quello di tornare tra i convocati di Fonseca a fine marzo, magari in campo aprile. EURO2020, però, pare soltanto un miraggio: Mancini l’ha detto tra le righe nelle sue ultime uscite. Non vuole rischiare, lui che per primo ha creduto nel talento classe ’99. Zaniolo ha capito, assicura chi gli è vicino: il dubbio è che, quando potrà, il tarlo del dubbio proverà a insinuarlo comunque.

Baresi e Totti ce la fecero. Baggio e Vieri no. Il passato è pieno di illustri precedenti.

Più limitato nel tempo, quello di Franco Baresi: il difensore si fece male all’inizio di Usa ’94, infortunio al menisco. Ventiquattro giorni dopo, giocò la finale della competizione: sembrava impossibile. Chissà come sarebbe andata altrimenti. Recupero lampo anche per Francesco Totti: nel febbraio 2006, il capitano della Roma subì la frattura del perone dopo il famoso intervento di Vanigli. Operazione e ritorno in campo: fece in tempo a giocare solo una partita con la Roma, ma Lippi lo convocò comunque. In questo caso andò benissimo. Non c’era Bobo Vieri, che pure il ct avrebbe portato volentieri in Germania: l’infortunio di marzo, al ginocchio già operato otto anni prima e in una stagione già tribolata con la maglia del Monaco, chiuse la porta del cielo azzurro sopra Berlino al centravanti. E poi, la madre di tutti i recuperi: quello di Roberto Baggio nel 2002. Al Divin Codino bastarono 77 giorni per tornare in campo dopo l’infortunio al legamento crociato contro il Parma. Non bastarono a Trapattoni per portarlo al mondiale nippocoreano, nonostante tutta l’Italia lo chiedesse a gran voce.