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Pizzul: "Galeazzi ci indica la passione e l'entusiasmo nello svolgere questo mestiere"
"Si sapeva che stava poco bene però la sua scomparsa ci ha lasciato un senso di vuoto". Bruno Pizzul ricorda così Gian Piero Galeazzi, con cui ha condiviso tantissime esperienze in Rai in giro per il mondo. "Abbiamo avuto tanti anni di milizia comune alla Rai, era un gran compagnone - racconta a Tuttomercatoweb.com - anche a tavola dove a volte era anche esagerato visto che poi ha avuto problemi di diabete. Spesso se non stavi attento ti rubava anche il pezzo di carne dal piatto, naturalmente sempre in tono scherzoso. Per tanti anni è stato il mio alter ego a bordo campo durante le partite della Nazionale, io commentavo e lui faceva le interviste. Spesso si trovava a dover litigare con chi controllava i giornalisti a bordo campo perchè Gian Piero era esuberante, si spostava, cercava l'immagine particolare".
Che cosa ricorda tra gli altri episodi?
"Ho iniziato a conoscerlo per il canottaggio. Ero a fare le telecronache e lui che era stato atleta della nazionale nel canottaggio iniziò a lavorare in rai senza contratto. Alle olimpiadi di Monaco lui stava vicino a me e devo dire che mi vergognavo un po' vista la sua competenza ma lui mi diceva: "Vai, sei bravo". Poi col tempo è diventato lui il telecronista e ha fatto innamorare gli italiani del canottaggio".
Che cosa lascia Galeazzi al mondo giornalistico?
"Lascia una capacità unica di trasmettere la passione per uno sport che non tutti conoscevano ed è poi diventato popolare grazie a lui e ci lascia il suo impegno, la sua professionalità, oltre all'entusiasmo. Sempre presente agli eventi aveva anche la capacità di vivere in piena amicizia e armonia sul lavoro, soprattutto quando si stava tanto tempo lontano da casa".
Che cosa ricorda tra gli altri episodi?
"Ho iniziato a conoscerlo per il canottaggio. Ero a fare le telecronache e lui che era stato atleta della nazionale nel canottaggio iniziò a lavorare in rai senza contratto. Alle olimpiadi di Monaco lui stava vicino a me e devo dire che mi vergognavo un po' vista la sua competenza ma lui mi diceva: "Vai, sei bravo". Poi col tempo è diventato lui il telecronista e ha fatto innamorare gli italiani del canottaggio".
Che cosa lascia Galeazzi al mondo giornalistico?
"Lascia una capacità unica di trasmettere la passione per uno sport che non tutti conoscevano ed è poi diventato popolare grazie a lui e ci lascia il suo impegno, la sua professionalità, oltre all'entusiasmo. Sempre presente agli eventi aveva anche la capacità di vivere in piena amicizia e armonia sul lavoro, soprattutto quando si stava tanto tempo lontano da casa".
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