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...Federico Peluso

...Federico Peluso
sabato 21 maggio 2016, 00:052016
di Barbara Carere

Sara Piccinini, moglie del difensore del Sassuolo, Federico Peluso si è raccontata, nello spazio di TMWRadio dedicato alle donne nel mondo del calcio, la rubrica L'altra metà di.

Reduce da un evento con la Fondazione Cannavaro-Ferrara, come riesci a trovare tutto il tempo che ti serve?
"Non lo so, è problematico riuscire ad incastrare tutte le cose, bisogna avere tanto senso di organizzazione, c'è la famiglia, i bambini, ma ho anche un gran marito che mi aiuta molto".

Noto che lui è molto partecipe di questo tuo lavoro per l'applicazione Soccerpass, come è nata questa passione insieme?
"E' nata proprio insieme, nel senso che nei vari spostamenti ci trovavamo lì sul divano e forse per la quarta volta dovevamo cambiare casa e io guardando su Internet mi dissi che sarebbe stato bello avere un sistema dove trovare un po' tutte le cose o quello che ci tramandiamo nel vissuto delle città in modo veloce. Da lì è nata l'intuizione di fare un'applicazione, che fosse utilizzata da tutti, alla mano, dove trovare informazioni utili per gli spostamenti da città in città".

Le Lady del calcio, la cosa che odiano di più del seguire il proprio marito è il fatto di essere "nomade". E' vero?
"Non ci si può lamentare, però è vero che per 15 anni non hai radici di nessun genere, per lo meno sono pochi i fortunati che riescono a sostare in una città per lungo tempo, devi sempre ripartire da capo. Meglio avere una famiglia unita e aiutarsi. Il lato negativo magari è per i bambini che non riescono a fare amicizie a lungo termine, però ci si organizza anche lì".

Il binomio perfetto prima era calciatore-velina, ora vista la tendenza sembra essere calciatore-giornalista..
"Può essere un binomio, forse perché credo che tanti calciatori, come mio marito, abbiano anche altri interessi oltre al mondo del calcio, è un modo un po' anche per vedere un po' nel proprio futuro. Dopo 15 anni di calcio di solito bisogna riniziare una nuova vita quindi lì bisogna aver seminato qualcosa prima, altrimenti non è facile poi. Quando sei sotto i riflettori poi sono tutti amici, ti vogliono star vicino, sapere cosa fai, poi dopo restano solo le amicizie vere".

Pensi che lui vorrà fare l'allenatore, rimanere nel mondo del calcio?
"Magari si, è un mondo che ti appartiene per così tanto tempo che staccartene in modo assolutamente decisono non è facile. Esploreremo altre strade vedremo".

Come vi siete conosciuti?
"L'ho conosciuto in un posto in cui mai avrei pensato di trovare l'uomo della mia vita, perché non sono tanto frequentatrice di discoteca, ma l'ho conosciuto lì. A 20 anni a Roma, io studiavo all'Università e lui era un giovane ragazzo che giocava nella Ternana. Per me è stato un colpo di fulmine, lui non lo so...all'inizio si era avvicinato per conoscere la mia amica e non proprio me, poi da lì mi son fermata io a chiedere informazioni e la mia amica non gliel'ho più presentata, e ho fatto bene (ride ndr)".

Un difetto?
"Troppo preciso, è vero che serve l'organizzazione ma ogni tanto bisognerebbe lasciar correre. Ci si adegua, ogni tanto lo faccio cedere".

Secondo te che campionato è stato quello del Sassuolo?
"E' stato bellissimo, io l'ho visto da spettatrice, e anche come giornalista. Sono giovani hanno voglia di fare, è una favola da lieto fine. La partita che ricordo con più piacere? Con il Milan anche non mi è dispiaciuta, è stato bello".

Un Augurio che ti senti di fare a Federico
"Il mio augurio più grande è che abbia ancora tanti successi finché non finirà la carriera calcistica e che possa realizzare altrettante soddisfazioni poi dopo".