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Pea: "Calcio italiano difficile per i giovani. Squadre B utili"

Pea: "Calcio italiano difficile per i giovani. Squadre B utili"TUTTO mercato WEB
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
sabato 3 novembre 2018, 14:192018
di Sebastian Donzella

Fulvio Pea, ex tecnico tra le altre della Primavera di Samp e Inter e delle prime squadre di Sassuolo, Monza e Cremonese, attuale responsabile del settore giovanile del Livorno, è intervenuto ai microfoni de La Giovane Italia, su RMC Sport, intervistato da Paolo Ghisoni e Dario Ronzulli. Questa la sua analisi sul suo ruolo in amaranto: "Da mister a dirigente? L'importante è fare calcio. E poi mi piace cambiare: ho trasformato un hobby in un lavoro, è un privilegio che mi è capitato in questi ultimi 31 anni. Essere direttore tecnico di un settore giovanile ti permette di lavorare insieme ad allenatori ambiziosi, dando consigli utili ai giovani calciatori che hanno voglia di emergere. È un momento piacevole della mia vita professionale che mi entusiasma molto: ad oggi, è stata una scelta molto positiva". "Puoi trovare tutti i talenti U19 sull'Almanacco "La Giovane Italia" - (CLICCA QUI PER I DETTAGLI).

Sui giovani italiani tra seconde squadre e poco utilizzo in Serie B: "Il calcio italiano è molto difficile perché molto più tattico di altri campionati. Si pretende sempre e solo il risultato e non si riesce magari a dare valore alle prestazioni. E quindi per i giovani è un pochino più difficile trovar spazio. E soprattutto per chi vorrebbe farli giocare, diventa difficile utilizzarli con maggior frequenza. Ma sono convinto che il nostro calcio ha parecchi giovani bravi: hanno semplicemente bisogno di maturare. All'estero le seconde squadre aiutano a completare la formazione di un atleta: a noi questo sta un po' mancando anche se la Juve sta tentando di aprire una strada in questa direzione, aiutando i giovani a maturare vicino casa, un aspetto importante per la crescita dei giocatori. I ragazzi che hanno fatto bene nell'Under 19 e adesso sono approdati in Serie B, avranno la possibilità di mettersi in mostra a breve. L'età media dell'atleta che si afferma è di 23-24 anni, quando vi è la maturità non solo fisica ma anche mentale. Bisogna avere la forza di aspettare questi giovani, perché i calciatori bravi in Italia ci sono".

Spazio poi alla Youth League, che Pea segue da vicino nelle vesti di commento tecnico: "Il livello è molto alto e interessante, soprattutto da parte delle squadre inglesi. La vera sorpresa è la capacità di ogni singolo giocatore britannico di trovare con semplicità la soluzione migliore: riescono a trovarla con tranquillità anche quando sono sotto pressione. C'è alla base un grosso lavoro fatto dagli istruttori, che lavorano singolarmente o di reparto, prima ancora che dagli allenatori".

Sulle prime mosse di Gabriele Gravina, nuovo presidente della FIGC : "Mi piacerebbe che i nostri bambini facessero più attività fisica a scuola, come già avviene da tempo all'estero. Con un programma scuola-sport personalizzato per i piccoli calciatori, soprattutto per migliorare nelle parti di tecnica e tattica che sono le più carenti. E poi spero prosegua l'esperienza delle squadre B, è un elemento che può aiutarci a far crescere i nostri giovani".

Chiusura con un consiglio a tutti gli atleti: "Il lavoro ripaga sempre. Se uno ci mette tanto di proprio, il risultato alla fine lo porta a casa. È una cosa scontata ma tanti ragazzi la dimenticano nel loro percorso quotidiano".