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TMW RADIO - Brivio (Suzuki): "Mir si è sbloccato, Rins senza infortunio poteva vincere la MotoGP"
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Davide Brivio, team manager Suzuki MotoGP, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Davide Brivio, team manager della Suzuki di MotoGP, ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando nel suo intervento dalla rivelazione Joan Mir, pilota della sua scuderia: "Mir sentiva la pressione a inizio stagione, era in ansia perché non riusciva a salire sul podio. Forse vedeva i piloti della sua generazione vincere, Quartararo, Binder e Oliveira, lo rendeva nervoso, era un po' sotto pressione. Una volta che ha raggiunto il podio in Austria si è come sbloccato ed ha iniziato ad essere molto più costante. Quando raggiunge un livello, lui lo mantiene: gli è entrata consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, e con quelli ha continuato".
C'è un fattore che farà la differenza per il vincitore del Mondiale?
"Ogni gara c'è qualche variabile diversa: da qui in poi dovremo fare i conti con l'inverno, perché è autunno ma fa già abbastanza freddo. Sono stati modificati gli orari di Aragon, per correre negli orari più caldi della giornata. Si sta notando una differenza di prestazioni di alcune moto da una pista all'altra, e devo dire che, a parte Le Mans dove siamo andati in difficoltà, la nostra moto è la più costante di tutte. Si adatta bene a tutte le piste che incontriamo. Di Mondiale ne parlano gli altri, noi non lo stiamo considerando molto: ci pensiamo ma l'approccio è di andare una gara alla volta. Siamo sì davanti, ma di pochissimi punti... Siamo ancora tutti allo stesso livello. L'approccio è inseguire la vittoria, in Austria ci hanno fermato con la bandiera rossa, ma in generale ha dimostrato ampiamente di non esserci così lontano, che una vittoria sia alla portata, e questo è il nostro obiettivo. Affrontiamo le gare provando a vincerne una, per il resto vedremo: la costanza sarà importante, ci piacerebbe esserlo".
Questo equilibrio davvero si può spiegare solo con l'assenza di Marquez?
"Anche nel 2016 c'era Marquez e ci furono nove vincitori diversi. Lui è pilota forte e di riferimento per tutti, sta mancando il dominatore delle ultime stagioni e forse per questo sono tutti un po' ringalluzziti e più motivati. Era il primo anno di Michelin, forse c'era da adattarsi alle gomme nuove... Vedere otto vincitori diversi comunque dà motivazioni a tutti, e si sta creando una situazione interessante".
Quanto ha inciso l'infortunio alla spalla sul Mondiale di Rins?
"Non posso dare torto (all'ascoltatore che ha posto la domanda e supposto che potesse vincere il Mondiale): era arrivato in grande forma all'inizio, era un altro pilota, ma l'infortunio di Jerez ha cambiato le carte in tavola. Noi dopo la prima gara abbiamo finito con 0 punti: Rins fuori per la spalla, e Mir caduto. Poi è stato tutto un processo di guarigione per le gare successive: nonostante ciò è a 36 punti dal primo con due cadute quando era in posizione da podio".
C'è un fattore che farà la differenza per il vincitore del Mondiale?
"Ogni gara c'è qualche variabile diversa: da qui in poi dovremo fare i conti con l'inverno, perché è autunno ma fa già abbastanza freddo. Sono stati modificati gli orari di Aragon, per correre negli orari più caldi della giornata. Si sta notando una differenza di prestazioni di alcune moto da una pista all'altra, e devo dire che, a parte Le Mans dove siamo andati in difficoltà, la nostra moto è la più costante di tutte. Si adatta bene a tutte le piste che incontriamo. Di Mondiale ne parlano gli altri, noi non lo stiamo considerando molto: ci pensiamo ma l'approccio è di andare una gara alla volta. Siamo sì davanti, ma di pochissimi punti... Siamo ancora tutti allo stesso livello. L'approccio è inseguire la vittoria, in Austria ci hanno fermato con la bandiera rossa, ma in generale ha dimostrato ampiamente di non esserci così lontano, che una vittoria sia alla portata, e questo è il nostro obiettivo. Affrontiamo le gare provando a vincerne una, per il resto vedremo: la costanza sarà importante, ci piacerebbe esserlo".
Questo equilibrio davvero si può spiegare solo con l'assenza di Marquez?
"Anche nel 2016 c'era Marquez e ci furono nove vincitori diversi. Lui è pilota forte e di riferimento per tutti, sta mancando il dominatore delle ultime stagioni e forse per questo sono tutti un po' ringalluzziti e più motivati. Era il primo anno di Michelin, forse c'era da adattarsi alle gomme nuove... Vedere otto vincitori diversi comunque dà motivazioni a tutti, e si sta creando una situazione interessante".
Quanto ha inciso l'infortunio alla spalla sul Mondiale di Rins?
"Non posso dare torto (all'ascoltatore che ha posto la domanda e supposto che potesse vincere il Mondiale): era arrivato in grande forma all'inizio, era un altro pilota, ma l'infortunio di Jerez ha cambiato le carte in tavola. Noi dopo la prima gara abbiamo finito con 0 punti: Rins fuori per la spalla, e Mir caduto. Poi è stato tutto un processo di guarigione per le gare successive: nonostante ciò è a 36 punti dal primo con due cadute quando era in posizione da podio".
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