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Kodai Nakai: "Io, Kamada e la Lazio: vi racconto tutto. E Tudor..."
giovedì 28 marzo 2024, 07:30Esclusive
di Antoniomaria Pietoso
per Lalaziosiamonoi.it

Kodai Nakai: "Io, Kamada e la Lazio: vi racconto tutto. E Tudor..."

ESCLUSIVA LALAZIOSIAMONOI.IT - L'ex calciatore e amico del centrocampista biancoceleste si racconta ai nostri microfoni e sul futuro...

"Io e Dachi siamo amici dall'infanzia. Non influenzo le sue scelte, ma sono sempre pronto a supportarlo e fargli sapere che può contare su di me". Inizia così un'ora di una piacevole chiacchierata davanti a un caffè in un freddo e piovoso mercoledì di marzo. Kodai Nakai, in giacca, camicia e pc, si lascia andare e ci racconta tutta la sua vita che è legata a doppio filo con quella di Kamada. Lo vediamo spesso insieme a lui allo stadio o nelle occasioni pubbliche perché le grande amicizie durano nel tempo e superano anche le distanze chilometriche. Kodai vive a Roma da dieci anni quando arrivò per inseguire il sogno di fare il calciatore. Vigor Perconti e poi una serie di esperienze tra settore giovanile, Serie D, Eccellenza e Promozione poi la scelta di lavorare dietro le quinte aiutando altre giovani promesse nipponiche alternandolo con la professione di intermediario internazionale per tra aziende italiane e giapponesi. 

Una vita dedicata al calcio con il sogno nel cassetto di arrivare in Serie A. "Quando ho deciso di venire in Italia i miei non erano d'accordo, ma ho insistito talmente tanto che alla fine li ho convinti. Da bambino mi piaceva tanto Del Piero e sognavo di giocare in A come faceva lui. Non sono stato bravo e fortunato a riuscirci, ma diciamo che Daichi ha realizzato anche il mio sogno". Proprio a Kamada ha dedicato uno dei post su Instagram dopo l'esordio all'Olimpico contro il Genoa del numero sei della Lazio. Un'amicizia che dura da quando sono bambini. Entrambi sono nati a Kishiwada e a 12 anni hanno iniziato a giocare insieme con il Gamba Osaka e da allora sono inseparabili. "Andavamo a scuola dalla mattina al primo pomeriggio. Poi facevamo due ore di treno, allenamento e il viaggio di ritorno sempre insieme. Così per tre anni e poi abbiamo continuato a sentirci quando lui ha cambiato squadra.  Non ci siamo persi di vista nemmeno quando io sono venuto in Italia e lui è andato in Germania" ci racconta aprendo l'album dei ricordi del suo cuore. Legati a doppio filo anche dal destino con uno nato l'8 maggio e l'altro il 5 agosto, un gioco dei numeri su cui i due giocano e scherzano spesso. 

Un rapporto stretto che ha visto Kodai stare vicino a Daichi nei momenti belli e nei momenti brutti: "Non mi sono perso la finale di Coppa di Germania nel 2018 e nemmeno il cammino in Europa League del 2021. Non potevo mancare nemmeno a Napoli quando ha segnato il primo gol in Serie A. Ci confrontavamo e come potevo volavo a vederlo giocare. Poi vabbè adesso ce l'ho nella stessa città ed è più facile". Già perché l'Italia era nel destino di Kamada, ma ogni volta c'era qualche imprevisto: "Anni fa c'era stata qualche voce, poi c'è stata la trattativa con il Milan saltata per la questione passaporto*. Non è stato un bel periodo per lui, poi è arrivata la Lazio e questa nuova avventura in Italia".

Grande entusiasmo al suo arrivo, ma poi l'esperienza per ora non è stata ricca di gioie. Un gol e un assist, numeri ben lontani da quelli fatti registrare in Germania con la maglia dell'Eintracht Francoforte. Nodai è estremamente sincero: "Daichi è un calciatore che ama aggredire l'area e dà il meglio di sé in squadre molto offensive che portano tanti calciatori vicini alla porta avversaria. La Lazio finora non lo ha fatto. Pur stimando molto Sarri, forse il calcio espresso non era nelle sue corde sia a livello tecnico che a livello di temperamento". Kamada è arrivato per sostituire una vera e propria istituzione come Milinkovic Savic e il paragone ha pesato alla lunga. Nakai si sbilancia: "Daichi si è sempre detto pronto a confrontarsi con Sergej, ma penso che alla lunga un po' il confronto costante non lo abbia aiutato. Non è facile gestire la pressione di un confronto così forte e con un calciatore che ha dato così tanto. Poi sono proprio diversi, Milinkovic anche fisicamente può fare la differenza, mentre Kamada funziona quando funziona tutta la macchina. Ecco facendo il paragone con il motore meccanico, Daichi è l'olio che fa girare al meglio albero motore e pistone. Ha bisogno di un gioco con meno tocchi e fatto di inserimenti". 

La Lazio ha appena cambiato tecnico e ora c'è Igor Tudor che sembra voler cambiare aspetto e modo di giocare alla Lazio. Il croato, come mostrato dai canali ufficiali, ha approfittato della sosta per parlare a lungo con Kamada. La nuova guida tecnica potrà portare più spazio e libertà per il numero sei: "Penso di sì. Da come ho visto giocare Tudor, mi sembra uno che offende con molti uomini e cerca di fare densità nella metà campo avversaria. Penso che Daichi possa trovarsi meglio". Proprio il poco utilizzo del nipponico è una delle cose incriminate a Sarri, ma l'ex calciatore non si sbilancia: "Mi ha sempre parlato bene del tecnico, normale che quando i risultati non arrivano devi cambiare qualcosa. Guendouzi mi sembra più camaleontico e più pronto alla battaglia di Daichi che ha un temperamento più mite. Ci sta come scelta quella di dare maggiore spazio a uno come il numero 8". Proprio con il francese e con gli altri che parlano bene la lingua inglese il rapporto è ottimo così come quello con i tifosi: "Quando usciamo capita che ci fermino per foto e autografi e devo dire che i tifosi della Lazio sono sempre molto carini e lo incitano a fare bene. Lo hanno sempre trattato benissimo". 

Il futuro di Kamada è tutto da scrivere. Il suo contratto scadrà a giugno e l'opzione triennale presente nell'accordo può essere esercitata in qualsiasi momento. A oggi difficile ipotizzare un futuro in biancoceleste, ma mancano ancora undici (si spera dodici) partite che potrebbero cambiare il suo destino. Kodai non si sbilancia: "Non mi mettere in difficoltà (ride, ndr). Per un calciatore giapponese adattarsi all'Italia non è semplice. Lo vedo con i ragazzi che porto per il settore giovanile, ma anche nel calcio dei grandi non è facile. Poi una città come Roma è una realtà completamente nuova e diversa e io sono un po' un'eccezione. Vediamo come finirà la stagione anche perché c'è ancora un trofeo in palio, poi è cambiato l'allenatore e diciamo che è un po' tutto nuovo. Deve ponderare bene le sue scelte e poi deciderà il suo futuro. Futuro in Italia? Ho letto le voci che girano, ma vediamo. L'Italia, come ho già detto, è complicata per tante ragioni proprio a livello ambientale. Lui ha un carattere per cui si tiene le cose dentro a meno che non gliele chiedi. Con me si apre un po' di più, ma perché siamo amici da una vita. Per il suo temperamento, l'impatto con la Capitale non è stato semplice e in più è coinciso con risultati altalenanti della squadra. L'unica cosa che posso dirti è che sarò al suo fianco qualsiasi scelta farà".

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*=Il Milan aveva solo due slot e i calciatori inglesi a inizio mercato erano considerati ancora extracomunitari quindi dopo aver preso Loftus Cheek, i rossoneri avevano solo uno slot occupato da Chukwueze.

Pubblicato il 27-03