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La pace armata dell'Inter è fino all'Europa League. Conte-Eriksen, sembra un vecchio film
L'Inter in questo momento è seconda in classifica, a otto punti dalla Juventus, con l'idea che possa avere buttato via un'occasione. Sicuramente contro l'Hellas Verona, il peccato originale è stato contro il Sassuolo, quando l'errore di Gagliardini ha tolto le residue speranze di arrivare allo Scudetto. Impossibile pensare che la Juventus possa perdere tre partite su sei, soprattutto considerando quanto visto con l'Atalanta: dopo avere subito per novanta minuti è arrivato un pareggio che, in altre circostanze, sarebbe stato visto come una manna dal cielo.
Cosa poteva fare di più l'Inter in questa stagione? Probabilmente poco. Conte ha fatto un punto in meno di Spalletti a sei giornate dalla fine, come è possibile metterlo in discussione? Si può parlare dei milioni spesi, ma anche di tre giocatori che se ne sono andati, non roba da poco: Perisic, Icardi e Nainggolan. Forse è l'essere così manicheo da parte del tecnico interista a dare fastidio. Perché non ci sono sconti, alle volte nemmeno mezze misure. Eriksen che finisce per la seconda volta in panchina è un segnale abbastanza evidente. "Preferivo Vidal", le parole non dette dall'allenatore.
Il colosso Suning però contento non è, non solo per una questione di risultati. Marotta deve buttare acqua sul fuoco, tentando di estirpare una fiamma che rischia di autoalimentarsi a ogni partita. Il Torino era probabilmente l'avversario perfetto in questo momento: 14 gol subiti nelle ultime 5 partite, una sola vittoria. Il cuore Toro sembra andato in soffitta e la sfida contro il Genoa di giovedì era decisamente più importante. C'è una buona notizia per Conte, perché Alexis Sanchez sembra sulla buona via per ritornare a essere il Nino Maravilla e non il suo lontano parente, impacciato e impreciso.
È pace armata, dunque, almeno fino a fine stagione. Ma la cenere sembra comunque abbastanza tiepida da crescere al minimo rivolo di vento. Perché le somiglianze con Lippi, vent'anni fa, sembrano sempre di più. Perché ora nel mirino ci sono i giocatori. Anzi, il trequartista, quello che era Baggio ora è Eriksen, dopo Lukaku il simbolo della campagna acquisti Suning di quest'anno.
Cosa poteva fare di più l'Inter in questa stagione? Probabilmente poco. Conte ha fatto un punto in meno di Spalletti a sei giornate dalla fine, come è possibile metterlo in discussione? Si può parlare dei milioni spesi, ma anche di tre giocatori che se ne sono andati, non roba da poco: Perisic, Icardi e Nainggolan. Forse è l'essere così manicheo da parte del tecnico interista a dare fastidio. Perché non ci sono sconti, alle volte nemmeno mezze misure. Eriksen che finisce per la seconda volta in panchina è un segnale abbastanza evidente. "Preferivo Vidal", le parole non dette dall'allenatore.
Il colosso Suning però contento non è, non solo per una questione di risultati. Marotta deve buttare acqua sul fuoco, tentando di estirpare una fiamma che rischia di autoalimentarsi a ogni partita. Il Torino era probabilmente l'avversario perfetto in questo momento: 14 gol subiti nelle ultime 5 partite, una sola vittoria. Il cuore Toro sembra andato in soffitta e la sfida contro il Genoa di giovedì era decisamente più importante. C'è una buona notizia per Conte, perché Alexis Sanchez sembra sulla buona via per ritornare a essere il Nino Maravilla e non il suo lontano parente, impacciato e impreciso.
È pace armata, dunque, almeno fino a fine stagione. Ma la cenere sembra comunque abbastanza tiepida da crescere al minimo rivolo di vento. Perché le somiglianze con Lippi, vent'anni fa, sembrano sempre di più. Perché ora nel mirino ci sono i giocatori. Anzi, il trequartista, quello che era Baggio ora è Eriksen, dopo Lukaku il simbolo della campagna acquisti Suning di quest'anno.
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