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TMW RADIO - Tisci: "Razzismo da cancellare. Coi giovani non esiste solo il talento"TUTTO mercato WEB
lunedì 2 marzo 2020, 20:08Serie A
di Pietro Lazzerini

TMW RADIO - Tisci: "Razzismo da cancellare. Coi giovani non esiste solo il talento"

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SCANNER - Il razzismo nei settori giovanili. Con Giulio Dini, Niccolò Ceccarini e Francesco Benvenuti. Ospite telefonico Vito Tisci
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Vito Roberto Tisci, presidente del settore giovanile e scolastico della FIGC dal 2014, ha parlato a TMW Radio:

La Federazione sugli episodi di razzismo in campo, cosa ha fatto e cosa pensa di fare?
"La Federazione è da sempre molto sensibile da questa problematica. Ci sono state diverse iniziative. E' una cosa che esiste nella società e purtroppo dunque anche nel calcio. Il calcio deve unire e non dividere, abbiamo lavorato sull'educazione per costruire una società migliore. Abbiamo il dovere di farlo. Non è solo una questione di talento".

Ha la sensazione che l'episodio sia solo la punta dell'iceberg e che la Federazione possa intervenire solo all'atto finale dell'episodio stesso?
"La cultura della sconfitta e del divertimento deve essere sempre in primo piano. Purtroppo però i genitori e gli istruttori portano la cultura sbagliata, quella del risultato a tutti i costi. Questo è negativo perché il divertimento è al primo posto visto che il talento esce fuori lo stesso. Alcune volte nei campionati regionali dei ragazzi, le partite diventano delle battaglie. Stiamo lavorando per togliere le retrocessioni nelle categorie dei ragazzi proprio per questo. Il razzismo è una piaga della società che si riflette ovunque e dunque anche nel calcio. Gravina ha codificato delle sanzioni più dure proprio per lottare contro il razzismo. Purtroppo però, anche se gli episodi sono rari, dobbiamo riuscire ad eliminarli e non sarà facile perché ci vorrà del tempo".

La cultura del branco e della possibilità di dire qualsiasi cosa se si è in gruppo è uno dei problemi del calcio giovanile e del calcio in generale visto ciò che accade in alcuni stadi, si è pensato a uno strumento particolare per migliorare?
"L'auto-arbitraggio c'è già, ad esempio. Stiamo cercando di eliminare il problema delle retrocessioni tra gli U15 e ghli U17. Purtroppo ci siamo dovuti fermare ma lo riprenderemo. Ci sono molti interessi che dobbiamo superare. Dobbiamo inculcare la cultura del divertimento, la cultura sportiva e non quella della vittoria a tutti i costi. Siamo il terzo paese in europa per obesità e quindi abbiamo un dovere di portare i ragazzi a fare sport ed educarli al meglio anche da un punto di vista formativo perché saranno i futuri cittadini".


C'è disponibilità da parte dei comitati regionali di percepire l'importanza dell'educatore?
"Attraverso i nostri incontri, anche nelle strutture periferiche con i coordinatori regionali, posso dire che c'è partecipazione. Ma i risultati non si vedono nel breve tempo ma alla distanza. Non dobbiamo mai abbassare la guardia contro il razzismo o il bullismo".

Come si può far fare un passo indietro ai genitori che portano una cultura sbagliata nel calcio giovanile?
"E' un problema tipico italiano ma dobbiamo risolverlo perché i genitori sono importanti ma non possono demolire l'attività sportiva in generale e soprattutto quella del proprio figlio. Ci vuole fiducia nel proprio tecnico che stiamo provando a formare al meglio per rendere prima di tutto educatore e solo dopo allenatore. Devono formare i ragazzi ed è un nostro impegno primario. Anche con Albertini stiamo lavorando in questa direzione. Con i genitori stiamo facendo tanti incontri nei nostri centri per spiegare quali sono gli atteggiamenti giusti da portare anche a margine delle partite. Da diversi anni sono alla presidenza ma ci vuole del tempo per migliorare la situazione, l'impegno è costante e da parte di tutti".

C'è una comunicazione efficace anche con le scuole?
"Io sono molto contento dei miei componenti del consiglio che valgono anche per l'attività scolastica. Il gioco è di squadra e speriamo che presto arrivino i risultati".