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Dal rapimento simulato al furto d'orologi: la triste parabola di Savio

Dal rapimento simulato al furto d'orologi: la triste parabola di SavioTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 10 maggio 2013, 06:302013
di Gaetano Mocciaro

Se qualcuno se l'era dimenticato ci ha pensato lui a rinfrescarci la memoria con l'ennesima bravata: parliamo di Savio Nsereko, promessa del calcio transitata anche in Italia. L'ultimo episodio lo vede licenziato dal Viktoria Colonia, quarta divisione del calcio tedesco. L'ugandese avrebbe rubato l'orologio a un compagno di squadra, Salvatore Amirante, per giunta infortunato. A spasso, per l'ennesima volta. E dire che qualche anno fa le prospettive sembravano altre.

Facciamo un passo indietro e veniamo al 2005. Il Brescia lo prende dl Monaco 1860 che ha solo 16 anni. Lo aggrega in Primavera, poi lo fa esordire in prima squadra nel 2007. Il giocatore dimostra subito di saperci fare: veloce, tecnico, in grado di ricoprire il ruolo di centrocampista esterno o trequartista. A 19 anni sembra bruciare le tappe, è titolare a Brescia dove nella prima parte del torneo 2008/09 realizza tre gol. In molti mettono gli occhi su di lui, il West Ham brucia la concorrenza e lo prende a gennaio 2009 per 9 milioni di sterline. Gli hammers puntano molto su un talento che è pure nazionale giovanile tedesco. A Londra arrivano i primi guai: Savio gioca poco e male, raccoglie 10 gettoni di presenza ma nella stagione successiva viene ceduto alla Fiorentina a titolo definitivo. I tifosi viola ci credono, in fondo la felice esperienza di Brescia e ancora fresca e ci può stare il mancato adattamento in un campionato diverso da quello italiano. Ma a Firenze non mette mai piede in campo e nel frattempo si rende protagonista di vicende extracalcistiche poco piacevoli: frequenta cattive compagnie, non versa un soldo per l'affitto, arrivando a 10 mensilità non pagate. Nel frattempo, però, va a Bologna in prestito e colleziona la miseria di due partite.

Un anno praticamente perso, che continua col ritorno alla Fiorentina e il successivo prestito al Monaco 1860. A un certo punto della stagione, verso ottobre, il giocatore sparisce e il club denuncia l'accaduto. La sua esperienza al 1860 si chiude praticamente lì. La patata bollente passa di nuovo ai viola, che prima lo mandano in Bulgaria, al Cheromorets Burgas, poi in prestito alla Juve Stabia in Serie B. Pensi che uno così possa fare la differenza nel campionato cadetto. I dirigenti provano a stargli vicino, a dargli fiducia ma ancora una volta il giocatore sparisce, non fa avere notizie di sé. Verrà ritrovato in Inghilterra pizzicato a darsi alla bella vita, sperperando qualcosa come 16 mila euro fra alcool, casino e donne. Verrà ricoverato in Germania, si parla di forte depressione.

Si decide di non passare al licenziamento per cercare di venire incontro allo stesso giocatore. A gennaio lascia Castellammare e si unisce prima al Vaslui poi all'unterhaching. Anche lì Savio gioca pochissimo e ancora una volta è protagonista negativo delle cronache.
Nell'ottobre 2012 simula un rapimento in Thailandia per estorcere soldi ai genitori, dopo essersi ritrovato al verde polverizzando in men che non si dica 25 mila euro. Questo per pagare delle prostitute locali. La famiglia, ignara della truffa, denuncia il rapimento del figlio ma le indagini incastrano il giocatore, che viene arrestato.

Il resto è cronaca attuale, con l'ultima fallita avventura calcistica, chiusasi con un altro licenziamento. A 24 anni Savio Nsereko può considerarsi un calciatore finito. Ma questo, a giudicare dalle circostanze, sembra il male minore per una persona che sta precipitando sempre più giù.