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Osei, un flop per tre continenti

Osei, un flop per tre continenti
lunedì 13 aprile 2009, 00:002009
di Germano D'Ambrosio

A 26 anni, Emmanuel Osei ("uccelli", in Lombardia e dintorni) sembra aver già completato il tipico ciclo di alba e tramonto della carriera di un giocatore: esplosione, sbarco in campionati più prestigiosi, ritorno in patria, emigrazione finale verso località più "esotiche". E in mezzo il Livorno, nella stagione del ritorno in serie A dopo 55 anni; per i labronici Osei è stato indiscutibilmente la prima meteora dell'epoca moderna. Se non ricordate il suo volto, poco male: gira voce di una strana lozione...

Emmanuel Osei nasce il 23 agosto 1982 ad Accra, capitale del Ghana. Dall'età di 18 anni intraprende la carriera di calciatore professionista, giocando prima nell'Echomog e poi nei Maxbees di Suhum, una squadra locale piuttosto importante. Nel 2003 arriva la chiamata del prestigioso Accra Hearts of Oak, il club che ha dato i natali calcistici - tanto per citarne uno - a Stephen Appiah. Non è un anno fortunato per il sodalizio capitolino, che per la prima volta dopo sei campionati consecutivi non riesce ad aggiudicarsi il titolo nazionale; per Osei invece è una stagione d'oro, giocata da titolare (31 presenze e due reti all'attivo) e ad alti livelli qualitativi. L'approdo nel calcio europeo a questo punto è inevitabile, ma il giocatore vi entra da una porta secondaria. Emmanuel viene infatti prelevato nel gennaio 2004 dall'Akaabat Sebatspor, piccolissimo club facente capo ad un quartiere di Trabzon, appena promosso (per la prima volta nella sua storia) nella serie A turca. Qui il ragazzo mette in mostra tutte le sue doti di giocatore jolly, utilizzabile sia come difensore centrale che come centrocampista d'interdizione, contribuendo non poco all'insperata salvezza del Sebatspor (che comunque retrocederà, definitivamente, l'anno dopo). Il coach portoghese Marcelo Barreto, alla guida della selezione ghanese Under 23 costituita in vista delle Olimpiadi di Atene, lo nota e decide di convocarlo per il torneo. Osei gioca da titolare tutte e tre le partite del girone, impiegato come "stopper avanzato" in un curioso 3-3-3-1: in squadra con lui gente del calibro di Asamoah Gyan, John Paintsil, Razak Pimpong e John Mensah, oltre al già citato Appiah (convocato ovviamente tra i fuori quota). Il Ghana non riesce ad accedere alla seconda fase, ma Emmanuel fa comunque una buona figura, specie nella gara d'esordio contro l'Italia di Pirlo e Gilardino, finita per la cronaca 2-2. Su di lui cominciano a muoversi diversi club di prima fascia - dai greci dell'Olympiakos agli inglesi del Portsmouth -, ma alla fine la spunta il Livorno, che ne ufficializza l'acquisto a fine agosto 2004. Ancora un club neopromosso, ma si tratta pur sempre della serie A italiana, tanto che in patria amici e conoscenti celebrano il trasferimento con gaudio. A qualche cattivello che gli chiede se sarà in grado di sopravvivere ad un campionato così difficile come il nostro, lui risponde serafico: "Se Dio è con me, tutto è possibile". Amen.

Tra visite mediche, problemi di transfer e burocrazia varia, il giovane Osei riesce ad essere a Livorno solo a fine settembre. "Per me è una grande opportunità, spero di poter fare bene in quello che è il campionato più difficile del mondo - racconta ai cronisti in occasione del suo primo allenamento -. Appiah mi ha parlato di questo torneo è delle difficoltà che presenta. Con i compagni mi sono subito trovato molto bene". Il ghanese - con un contratto triennale in tasca - si gusta per la prima volta dalla tribuna l'atmosfera dell'Armando Picchi in occasione del match perso contro il Chievo per 1-2, il 19 settembre. Ma lui del risultato non sembra curarsi più di tanto: "Ho notato che il pubblico livornese è davvero molto caloroso, mi ha ricordato quello del campionato turco". Inizialmente il ragazzo deve accontentarsi della formazione Primavera (va anche in gol contro il Grosseto, a novembre), poi a gennaio con l'arrivo in panchina di Roberto Donadoni al posto di Franco Colomba la situazione sembra cambiare. Anche perché nel mercato invernale il mediano Nicolas Cordova viene ceduto all'Ascoli, e allora nella zona centrale del campo qualche ricambio fresco può tornare utile. Tuttavia la concorrenza è sempre numerosa: Passoni, Ruotolo, Vigiani, Grauso, senza considerare il neo-acquisto ceko Mario Licka, presentatosi come centrocampista a tutto tondo. Del resto Donadoni non ha alcuna intenzione di provare Emmanuel in difesa, e anche il numero 17 stampato sulla schiena del giocatore non è certo d'aiuto. Il ghanese scatena pure una mezza rissa con Doga in allenamento, a gennaio, e si becca altri tre mesi di panchina. Per fortuna il Ratomir Djukovic, ct della Nazionale maggiore, non si avvede della sua caduta in disgrazia e anzi lo convoca ripetutamente (pur senza schierarlo) per le partite di qualificazione ai Mondiali 2006. Il 17 aprile 2005 è il gran giorno: Osei può debuttare finalmente in serie A, nella gara casalinga contro la Fiorentina, approfittando dell'infortunio di Passoni. Il Livorno alla fine vince 2-0 e lui, più che per la discreta prestazione, si segnala per un curioso balletto improvvisato davanti alla Curva Nord per festeggiare il raddoppio di Lucarelli. Il ragazzo comunque si merita la conferma nel match successivo contro l'Udinese, e poi ancora contro Parma e Siena: ma gialloblù e bianconeri stavolta mettono in difficoltà il centrocampista - investito anche di compiti propositivi -, che va totalmente nel pallone. A maggio arriva salvifico il ritorno di Passoni, che lascia ad Emmanuel giusto le briciole, ovvero pochi minuti contro l'Inter a San Siro ed una maglia da titolare nell'ultima e inutile partita contro il Messina, a salvezza ormai acquisita. A giugno Osei finisce inevitabilmente nella lista dei sicuri partenti: lo cercano gli ungheresi dell'Honved, poi spunta fuori un'offerta dalla Romania, da parte del Politehnica Timisoara, di ben 17 mila euro, davvero un'ottima cifra per un prestito secco. Il patron Aldo Spinelli ovviamente non ci pensa due volte e si libera subito del giocatore, che rescinderà ufficialmente l'anno successivo. Osei tuttavia festeggia la sua triste dipartita dall'Italia con l'esordio in Nazionale maggiore, il 18 giugno 2005 contro il Sudafrica: c'è posto anche per lui tra i vari Essien, Asamoah e Muntari. Per la cronaca, sarà la sua prima e ultima apparizione con le Black Stars.

"Osei mi piace, è un giocatore roccioso". Il tecnico del Timisoara, Cosmin Olaroiu, commenta così alla Gazeta Sporturilor l'acquisto del giovane ghanese, che in effetti lo ripaga della fiducia disputando 13 partite di medio livello, e segnando per giunta all'esordio contro il Politehnica Iasi. I calciofili italiani lo intercettano di nuovo il 3 agosto, quando il club rumeno affronta la Juventus in un'amichevole estiva. Ma a fine stagione, rimasto senza contratto, Emmanuel deve accontentarsi del modestissimo ASV Cham, club dilettantistico tedesco. Un passaggio che sancisce il fallimento definitivo della sua avventura europea: meglio dunque ritentare con il più abbordabile campionato ghanese. Nel 2008 Osei firma per il Wa All Stars, squadra fondata appena due anni prima; l'anno successivo ottiene invece un contratto con i Liberty Professionals di Accra, dove si imbatte nel centrocampista Ibrahim Abdul Razak, mediocre giocatore transitato anche per Empoli e Saint-Etienne. Poche settimane fa un sorprendente colpo di scena: Emmanuel trova un ingaggio con i New England Revolution, prestigioso team della Major League Soccer statunitense. "Si tratta di un giocatore di grande esperienza, che ci garantirà interessanti opzioni difensive" dichiara il vicepresidente del club Micheal Burns, il quale aveva definito pochi giorni prima anche l'acquisto dell'attaccante camerunense Stephane Assengue Ombiogno. La coppia africana si preparà così ad affrontare l'inizio della stagione sotto i migliori auspici. Osei, a soli 26 anni, ha già visitato i campionati di tre continenti diversi, e con l'Oriente in piena espansione non è detto che non possa azzardare il poker. Serenità finalmente raggiunta? Neanche a parlarne, stando ad alcune voci secondo le quali il giocatore sarebbe stato recentemente vittima di un incidente quantomeno bizzarro. Per sbiancarsi corpo e viso - novello Micheal Jackson - sarebbe rimasto sfigurato a causa dell'eccessivo utilizzo di una crema ritenuta "miracolosa". Un episodio che trova pochi riscontri sulla rete, ma che non stentiamo a credere vero. Quando ci sono meteore di mezzo, tutto è possibile.