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Il Milan e Chiacchieropoli. La "contaminazione" dell'Europa LeagueTUTTO mercato WEB
sabato 24 ottobre 2020, 00:00Editoriale
di Mauro Suma
per Milannews.it

Il Milan e Chiacchieropoli. La "contaminazione" dell'Europa League

A luglio la Juventus è venuta a giocare a San Siro senza i suoi uomini più in forma al momento, Dybala e De Ligt, out per squalifica. In quel momento per i bianconeri era come avere fuori mezza squadra, ma sono scesi in campo, sono andati in vantaggio due a zero, hanno perso quattro a due, hanno preso le loro cose e sono tornati a casa. Senza aprire bocca. Non si sono messi a dire "abbiamo perso ma siamo più forti" anche alla moglie mentre chiedeva innocentemente il bacio della buonanotte o ai propri figli che chiedevano l'ora. Lo sanno di essere più forti, è vero che sono più forti, che bisogno c'è di dirlo? Se c'è qualcosa che non vi torna, interrompetemi pure che chiedo venia...Se poi invece, dopo una sconfitta, tra un colpetto a Calabria e uno a Calhanoglu, si condisce la pasta urlando anche fuori dal balcone "Sì, ma noi siamo più forti"...va bene, pazienza, amen. Che sia forse una carenza d'affetto, un bisogno di certezze? La logica insegna che quando una cosa è indiscutibile, non si passa il tempo a ripetere l'ovvio. Se lo si fa, forse c'è qualche problema. Ma non è affar nostro, quindi ciccia. Pensiamo partita per partita, senza pensare minimamente alle precedenti partite giocate da metà giugno a oggi. No da ieri mattina. Noi lo sappiamo da dove veniamo. E non lo ripetiamo a destra e a manca, per tentare di riprenderci fuori dal campo quello che è successo in campo. Il campo è il campo e il Milan è lì che si trova. In campo. Non a Chiaccheropoli.

Ebbene sì, signori. In questo momento siamo una squadra da Europa League. Ci siamo "contaminati" noi dell'habitat naturale... Anzi, non so se sia una "contaminazione" ma una squadra da Europa League come quella di questa stagione non l'avevamo mai avuta. Negli ultimi anni avevamo un gruppo spezzato in due, fra giocatori con velleità da Champions League e altri che non erano pronti nemmeno per l'Europa League. Andare in campo in UEL con il retropensiero della Champions è il modo migliore per mettersi in condizione di non essere nè carne nè pesce. Ricordate la fatica col Dudelange? O gli affanni contro Rijeka e Aek Atene? Quest'anno invece quattro vittorie, tre senza Ibra e Rebic, una senza Calha e Rebic. Guardate alcuni dei nostri giocatori in campo a Glasgow: Dalot, Hauge, Saelemaekers, Krunic, tutti perfetti giocatori da Europa League, che non snobbano l'Europa League, che non si sentono figli di un Dio minore se la giocano e che battagliano a tu per tu con una squadra da Europa League come il Celtic. Non è una diminutio e non bisogna arricciare il naso. Il gruppo di quest'anno è costruito a misura degli impegni stagionali. E' ben livellato, la rosa dei titolari è più larga, non c'è un dislivello enorme se giocano gli altri collocati oltre i primi 16-17. Una rosa senza sbalzi, terrazzata con le giuste proporzioni. Non sto certo dicendo che il Milan può vincere l'Europa League, ma che continuare a pensare di essere da Champions e continuare a sognare la Champions senza farsi contaminare dall'Europa League, significava voler fare un passo più lungo della gamba dopo tanti anni di difficoltà. Essere in Europa significa essere in Europa, e se l'Europa è l'Europa League, è questa la competizione che bisogna affrontare. Con i giocatori giusti, come gli ingressi di Saelemaekers e Hauge hanno dimostrato. Arriverà il tempo di fare un altro passo in avanti, ma adesso sono questi i passi che dobbiamo fare. Con questi giocatori e con questo modo di fare i passi giusti uno alla volta.