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Il Milan sempre più nelle mani di Rangnick. Maldini e la scelta sul ruolo da ambasciatore
Il Milan nelle mani di Ralf Rangnick. Dalla società rossonera smentiscono, anche perché l'aggiornamento sul futuro della panchina rossonera arriva alla sfida della delicata partita contro la Juventus. Ma per il Diavolo pare arrivato il momento delle scelte: con il tedesco come allenatore e manager a 360°, per Paolo Maldini può esserci spazio come ambasciatore.
Rangnick e l'ennesima rivoluzione. Manager totalizzante, dal 2012 alla guida del gruppo Red Bull, tra panchina e scrivania, in Germania lo chiamano il professore da quando dava lezioni di tattica col suo Ulm. Giocava in Zweite Liga e proponeva un calcio nuovo. Ama i giovani: in otto stagioni al Lipsia ha avuto solo quattro calciatori over 30. Rappresenta una nuona svolta, la terza di Elliot, dopo Leonardo e il tandem Boban-Maldini.
Maldini e il ruolo da semplice bandiera. Se il croato si è silurato da tempo, discorso diverso e più complesso per l'ex capitano di mille battaglie. La notizia, in fin dei conti, riguarda più lui che Rangnick: il Milan gli avrebbe messo sul piatto un ruolo nuovo, da ambasciatore del club. Contorni non troppo definiti e poco spazio operativo sul mercato: una figura che ricorda tanto quella della "semplice bandiera". Nel 2016, Maldini disse che a queste condizioni non sarebbe tornato al Milan. Ora che si tratta di scegliere tra andare e restare, sarà cambiato qualcosa?
Rangnick e l'ennesima rivoluzione. Manager totalizzante, dal 2012 alla guida del gruppo Red Bull, tra panchina e scrivania, in Germania lo chiamano il professore da quando dava lezioni di tattica col suo Ulm. Giocava in Zweite Liga e proponeva un calcio nuovo. Ama i giovani: in otto stagioni al Lipsia ha avuto solo quattro calciatori over 30. Rappresenta una nuona svolta, la terza di Elliot, dopo Leonardo e il tandem Boban-Maldini.
Maldini e il ruolo da semplice bandiera. Se il croato si è silurato da tempo, discorso diverso e più complesso per l'ex capitano di mille battaglie. La notizia, in fin dei conti, riguarda più lui che Rangnick: il Milan gli avrebbe messo sul piatto un ruolo nuovo, da ambasciatore del club. Contorni non troppo definiti e poco spazio operativo sul mercato: una figura che ricorda tanto quella della "semplice bandiera". Nel 2016, Maldini disse che a queste condizioni non sarebbe tornato al Milan. Ora che si tratta di scegliere tra andare e restare, sarà cambiato qualcosa?
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