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La marea rossa di MadridTUTTO mercato WEB
sabato 1 giugno 2019, 19:20Serie A
di Marco Conterio
fonte dal nostro inviato a Madrid

La marea rossa di Madrid

Rosso sangue, vene, cuore, un bel po' di luppolo. Colore e profumo, Madrid oggi è questo. Un caldo torrido, trentacinque gradi al sole, l'ombra scappa spaventata. Si alzano i cori. Accento Scouse da una parte, Cockney dall'altra. Liverpool e Tottenham sono espressioni sociali e questo è nelle parole, nelle cadenze, nelle espressioni. I tifosi Spurs in Spagna sono tanti. Quelli Reds un fiume. La fanzone in zona Goya, con la statua che blindata e protetta veglia alta sui cappelli, è un mare. Un oceano. Cantano per Firmino, su una prateria di lattine, aperte sin dalle prime ore del mattino. Il poliziotto fa scalpitare il cavallo, il kopitee alza il calice e brinda anche a lui. Salgono sulla metro, l'aria è densa, intensa. Due luppoli, tre luppoli. Cantano per Firmino, Salah, ricordano vecchi cori per Luis Garcia, he drinks sangria, mentre battono sul tetto, sulle porte, mentre scendono a Las Rosas. Due chilometri sotto il sole cocente, le autorità auspicavano smaltissero. Una pausa, due, tre, è il gioco dell'oca della cerveza. Sventolano sorridenti, il termometro non scende. Alle 19 sono trenta gradi e più, fermentano ma sorridono. E' una festa, questo pregara, questa Madrid. Chiedono biglietti, perché fuori dallo stadio c'è un altro oceano, quello che come un tempo seguirà la gara alla radiolina, o quello più moderno al cellulare. Chiedono anche cinquemila sterline, impietosi, i bagarini. Mentre l'orologio avanza, come un fiume di tifosi festanti, cantanti, abbracciati. Che derby sia.