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Mancini da dieci e lode: 37 gol fatti e solamente 4 subiti
Doveva essere un girone non proprio semplice. È diventato facilissimo, grazie ai dettami tattici di Roberto Mancini. Perché l'Italia che arriva da undici vittorie consecutive, dieci in match ufficiali, con 37 gol fatti e solamente quattro subiti sembra una corazzata. Più per una questione mentale che non solamente e propriamente tecnica, chiunque giochi riesce a dare il meglio di sé. Raramente l'Italia ha giocato così bene, imponendo la propria superiorità anche a squadre che, sulla carta, potevano essere un problema.
VITTORIE LARGHE - Non era mai successo che l'Italia vincesse con semplicità, soprattutto lontano dai propri campi. Tre gol infilati alla Grecia in mezz'ora, tre anche alla Bosnia a Zenica. E se con il Liechtenstein è normale amministrazione, faticare con l'Armenia ha riportato quella sottile sensazione di frustrazione guardando la Nazionale. Va detto, era solo settembre, perché con la Finlandia a Tampere c'è stata una prova di carattere, con l'idea solo di vincere e chiudere il girone. Semplice il resto, senza mai soffrire, quasi in surplace.
MANCA IL FENOMENO - In vista dell'Europeo l'unica preoccupazione, semmai, è quella di avere un uomo copertina. Ce ne sono, in difesa, da Chiellini a Bonucci. E anche a centrocampo, perché Jorginho e Verratti parlano la stessa lingua calcistica, Barella e Sensi non sono tecnicamente analfabeti e quindi non si discostano più di tanto. Davanti è il reparto meno forte, ma lo è davvero in una squadra che segna 37 gol nel girone?
VITTORIE LARGHE - Non era mai successo che l'Italia vincesse con semplicità, soprattutto lontano dai propri campi. Tre gol infilati alla Grecia in mezz'ora, tre anche alla Bosnia a Zenica. E se con il Liechtenstein è normale amministrazione, faticare con l'Armenia ha riportato quella sottile sensazione di frustrazione guardando la Nazionale. Va detto, era solo settembre, perché con la Finlandia a Tampere c'è stata una prova di carattere, con l'idea solo di vincere e chiudere il girone. Semplice il resto, senza mai soffrire, quasi in surplace.
MANCA IL FENOMENO - In vista dell'Europeo l'unica preoccupazione, semmai, è quella di avere un uomo copertina. Ce ne sono, in difesa, da Chiellini a Bonucci. E anche a centrocampo, perché Jorginho e Verratti parlano la stessa lingua calcistica, Barella e Sensi non sono tecnicamente analfabeti e quindi non si discostano più di tanto. Davanti è il reparto meno forte, ma lo è davvero in una squadra che segna 37 gol nel girone?
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