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TMW - Spadafora: "Restrizioni in sei regioni. Non ci sono motivi per estenderle nelle altre"
Il Ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora ha parlato all'uscita dal CONI: "Si possono disputare le competizioni sportive a porte chiuse nelle sei regioni interessate, che sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria ed Emilia-Romagna. Monitoriamo passo dopo passo, in questo momento non ci sono condizioni e motivazioni per estendere le restrizioni ad altre regioni".
Ci sarà una limitazione dei viaggi?: "Chi si muove dalle regioni, purché non si muova e non può muoversi dalle zone che sono zone di focolai, non è che diventa fattore di rischio. Noi stiamo cercando di intervenire sui tre livelli: quello più critico è quello dove si sono ritrovati i focolai e abbiamo preso decisioni drastiche. Il secondo livello è quello dei casi che stiamo accertando. Stiamo verificando che tutti riconducibili ai focolai di partenza. Al di fuori di questo secondo ambito non c'è pericolo, non ci sono elementi per poter pensare a una situazione diversa anche da chi pensa di spostarsi da una regione all'altra".
Ha sentito i ministri dello sport degli altri Paesi?: "Non ancora. Però è un tema che affronteremo in vista dei grandi avvenimenti internazionali che ci aspettano. Intanto Napoli-Barcellona si giocherà regolarmente perché non ci sono gli elementi per chiedere di rinviare o giocare a porte chiuse una partita del genere".
Juventus-Inter in chiaro?: "Lo decidono le Leghe. Io non entro nelle scelte autonome del mondo dello sport. Le nostre disposizioni sono di non giocare le competizioni se non a porte chiuse. Per il resto so che alcune società ci hanno detto che le porte chiuse creano danni. Ma noi non abbiamo imposto le porte chiuse, se ci sono date disponibili per giocare più avanti va bene ma noi non abbiamo disposto di giocare obbligatoriamente a porte chiuse".
Ci sarà una limitazione dei viaggi?: "Chi si muove dalle regioni, purché non si muova e non può muoversi dalle zone che sono zone di focolai, non è che diventa fattore di rischio. Noi stiamo cercando di intervenire sui tre livelli: quello più critico è quello dove si sono ritrovati i focolai e abbiamo preso decisioni drastiche. Il secondo livello è quello dei casi che stiamo accertando. Stiamo verificando che tutti riconducibili ai focolai di partenza. Al di fuori di questo secondo ambito non c'è pericolo, non ci sono elementi per poter pensare a una situazione diversa anche da chi pensa di spostarsi da una regione all'altra".
Ha sentito i ministri dello sport degli altri Paesi?: "Non ancora. Però è un tema che affronteremo in vista dei grandi avvenimenti internazionali che ci aspettano. Intanto Napoli-Barcellona si giocherà regolarmente perché non ci sono gli elementi per chiedere di rinviare o giocare a porte chiuse una partita del genere".
Juventus-Inter in chiaro?: "Lo decidono le Leghe. Io non entro nelle scelte autonome del mondo dello sport. Le nostre disposizioni sono di non giocare le competizioni se non a porte chiuse. Per il resto so che alcune società ci hanno detto che le porte chiuse creano danni. Ma noi non abbiamo imposto le porte chiuse, se ci sono date disponibili per giocare più avanti va bene ma noi non abbiamo disposto di giocare obbligatoriamente a porte chiuse".
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