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Il rimpianto, i saluti e l'arrivederci: senza DDR la Roma cambia registro
Risultato finale: Roma-Parma 2-1
"Ho un solo rimpianto: poter donare solo una carriera alla Roma". Bastano queste parole per far capire cosa rappresenti la squadra giallorossa per Daniele De Rossi, bandiera e simbolo della Roma che resterà tale anche senza scendere in campo ogni fine settimana. L'ultima gara del centrocampista con la maglia dei capitolini è terminata da poco e i saluti finali dell'Olimpico sono toccanti, di quelli che resteranno nei cuori di tutti i tifosi romanisti.
Mai banale e sempre pronto ad assumersi le responsabilità. Il carattere di De Rossi ha subito fatto breccia nei sostenitori giallorossi che lo avevano eletto Capitan Futuro. Due anni fa ha ereditato la fascia da Francesco Totti e ora la lascia ad Alessandro Florenzi, altro figlio di Roma che riuscirà a onorare questo status. Ora senza De Rossi per la società di Pallotta inizia un nuovo ciclo, anche se questo divorzio rappresenta un handicap dal punto di vista tecnico e ambientale. Non sarà facile fare a meno di chi lascia da secondo calciatore per numero di presenze nella storia giallorossa (sono 616 le gare con i colori della Roma, la prima il 30 ottobre 2001) e rappresenta l'elemento dei capitolini con più gare in Nazionale. Tante battaglie con la Roma e con l'Italia, segno inequivocabile della longevità (e della qualità) di DDR.
La nuova vita di De Rossi. Inizia da lunedì 27 maggio, con il contratto praticamente scaduto e la voglia di tentare una nuova esperienza. La Sampdoria di Ferrero vuole provare a ingaggiarlo, De Laurentiis ha ammesso di pensarci ma il capitano della Roma probabilmente andrà all'estero. Difficile immaginarlo con un'altra divisa sulla pelle, specie se della Serie A. Per questo la MLS è in agguato, dopo i saluti al mondo romanista. Ma non si tratta di un addio, come specificato nella lettera diffusa ieri: "Nessuno vi amerà più di me, arrivederci".
"Ho un solo rimpianto: poter donare solo una carriera alla Roma". Bastano queste parole per far capire cosa rappresenti la squadra giallorossa per Daniele De Rossi, bandiera e simbolo della Roma che resterà tale anche senza scendere in campo ogni fine settimana. L'ultima gara del centrocampista con la maglia dei capitolini è terminata da poco e i saluti finali dell'Olimpico sono toccanti, di quelli che resteranno nei cuori di tutti i tifosi romanisti.
Mai banale e sempre pronto ad assumersi le responsabilità. Il carattere di De Rossi ha subito fatto breccia nei sostenitori giallorossi che lo avevano eletto Capitan Futuro. Due anni fa ha ereditato la fascia da Francesco Totti e ora la lascia ad Alessandro Florenzi, altro figlio di Roma che riuscirà a onorare questo status. Ora senza De Rossi per la società di Pallotta inizia un nuovo ciclo, anche se questo divorzio rappresenta un handicap dal punto di vista tecnico e ambientale. Non sarà facile fare a meno di chi lascia da secondo calciatore per numero di presenze nella storia giallorossa (sono 616 le gare con i colori della Roma, la prima il 30 ottobre 2001) e rappresenta l'elemento dei capitolini con più gare in Nazionale. Tante battaglie con la Roma e con l'Italia, segno inequivocabile della longevità (e della qualità) di DDR.
La nuova vita di De Rossi. Inizia da lunedì 27 maggio, con il contratto praticamente scaduto e la voglia di tentare una nuova esperienza. La Sampdoria di Ferrero vuole provare a ingaggiarlo, De Laurentiis ha ammesso di pensarci ma il capitano della Roma probabilmente andrà all'estero. Difficile immaginarlo con un'altra divisa sulla pelle, specie se della Serie A. Per questo la MLS è in agguato, dopo i saluti al mondo romanista. Ma non si tratta di un addio, come specificato nella lettera diffusa ieri: "Nessuno vi amerà più di me, arrivederci".
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