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Melli: "Oggi lavoro in azienda, ritrovati valori che il calcio ha perso. Devo l'esordio a Sacchi"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 15 gennaio 2022, 15:00News
di Gian Maria Tosi
per Parmalive.com

Melli: "Oggi lavoro in azienda, ritrovati valori che il calcio ha perso. Devo l'esordio a Sacchi"

Nativo di Agrigento, ma parmigiano nel cuore, Alessandro Melli oggi si è lasciato il calcio alle spalle per darsi al mondo del lavoro convenzionale. Cresciuto nelle giovanili del Parma, la sua carriera va di pari passo con l'exploit crociato tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Esordito con i ducali in C nell'86, grazie a Sacchi, giocò anche una stagione in B e poi quattro di A, condite dai successi in Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. Diventato team manager del Parma, in seguito al fallimento del 2015 decide di provare ad uscire dall'ambiente calcistico, per confrontarsi con il mondo del lavoro. Intervistato da Sportweek, ha raccontato come la sua vita sia cambiata con questa decisione: "Il cartellino lo timbro ancora. In fondo è cambiato poco. Prima succedeva nei weekend, sui campi di Serie A. Ora tocca farlo in ufficio, dal lunedì al venerdì. All'inizio chiunque mi chiedeva pareri sul calcio. Poi veniva il lavoro. Ero un commerciale. Andando in giro a parlare con i clienti, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Ora sto in ufficio, ho altre mansioni e la giornata è molto più schematizzata. Si parte alle 8.30, dalle 13 alle 14 c’è la pausa pranzo e alle 17.30 si stacca".

Dietro ad una scelta così singolare c'è sempre il pallone, eppure appesi gli scarpini al chiodo voleva proseguire la carriera nel mondo del calcio: "Alla fine della carriera da calciatore, nel 2001, iniziai a fare il team manager al Parma. Poi, dopo il fallimento della società, un amico mi suggerì di provare questo mestiere. Ed eccomi qua. Ho avuto qualche difficoltà giusto all’inizio. Rispetto al campo cambia tutto. Il giocatore vive all’aperto, sente il pathos della partita. C’è amarezza quando si perde e gioia quando si vince. È diverso, però posso dire di aver ritrovato valori che il calcio di oggi ha perso di vista". Spazio anche al passato e all'esordio con la maglia del Parma, per il quale deve ringraziare Arrigo Sacchi: "Ero a Genova, con mister Arrigo Sacchi. Avevo 16 anni, mi portò con lui a fare un giro. “Certi compagni non sono d’accordo, ma ti lancio dal primo minuto". Poi mi rivelò che l’anno dopo sarebbe andato al Milan e chiese un parere. “Mister, se mangia il panettone vince lo scudetto”, sentenziai. E così fu, ogni volta che lo vedo me lo ricorda e ci abbracciamo".