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Serie B, il caso Brescia-Vicenza riaccende le polemiche. Il VAR serve soprattutto in cadetteria
Così non va. Il gol annullato a Ernesto Torregrossa e un fallo di mano netto in area in Brescia-Vicenza fanno parte soltanto della punta dell’iceberg: il VAR in serie B sta diventando necessario in un campionato sempre più competitivo. I continui dietrofront sull’utilizzo della tecnologia nel campionato cadetto alimentano ulteriormente le polemiche: serve un cambio di passo, al netto delle difficoltà oggettive per poter dotare tutti i campi di due arbitri addetti ai monitor. La prossima stagione sembra essere abbastanza lontana, anche perché nel frattempo le gare vengono quantomeno influenzate da decisioni rivedibili: a bordocampo - con un replay in tempo reale - la situazione cambia radicalmente.
PROSSIMA STAGIONE - Prima il girone di ritorno, poi i playoff. Al momento si parla addirittura del campionato 2021-22. La Lega B continua a rinviare l’introduzione della tecnologia, con l'AIA che non demorde nell'evidenziare l'impossibilità complessiva di portare il VAR in B: non ci sono risorse - soprattutto in un periodo delicato come quello attuale -, per poter coprire tutti i campi del campionato cadetto. Nessuno lo ha ammesso apertamente, ma la situazione è abbastanza chiara a tutti gli addetti ai lavori.
QUESTIONE DI MILLIMETRI - In un calcio in cui si tirano linee virtuali calibrate al millimetro per capire quanto spazio intercorre tra due giocatori avversari, il secondo torneo italiano deve accontentarsi ancora dell’occhio umano. Nulla togliere alla preparazione dei direttori di gara, ma una decisione sbagliata può cambiare il corso del match: dopo una chiamata discutibile la partita - tra proteste e urlacci vari - rischia di sfuggire al controllo dell'arbitro. L’errore umano, assolutamente concesso a chiunque, può essere corretto dalla tecnologia: in partite combattute e con diversi episodi chiave da valutare è impossibile non affidarsi al replay immediato.
IL CASO BRESCIA-VICENZA - L’ultimo episodio in ordine cronologico riguarda la sfida del Mario Rigamonti. Tre rigori non concessi e un gol regolare annullato per fuorigioco. Il terzo tocco di braccio - avvenuto prima dell’azione della rete invalidata ai padroni di casa - è sembrato evidente anche a occhio nudo. Illuzzi non ha concesso il penalty e con l'aiuto dell'assistente ha annullato il 3-1 siglato da Torregrossa. Tante recriminazioni, con diversi episodi chiave a influenzare il posticipo della diciassettesima giornata.
COSTI E GESTIONE - Ai tempi del VAR in tutta Europa, la richiesta della tecnologia in campo diventa un mantra davanti ogni singolo errore arbitrale. Corretto richiedere maggiore attenzione - anche da parte delle società coinvolte -, ma è necessario fare i conti: manca in primis il materiale umano per poter gestire la tecnologia. I costi, in questo caso, lieviterebbero notevolmente: coprire tutto il campionato e tutte le gare in programma non è affatto semplice. Ragionamenti e operazioni aritmetiche a parte, bisogna comunque trovare un punto in comune per poter evitare ulteriori polemiche. Il VAR in serie B, considerando i vari fattori presi in considerazione, diventa uno strumento a cui non si può più rinunciare.
PROSSIMA STAGIONE - Prima il girone di ritorno, poi i playoff. Al momento si parla addirittura del campionato 2021-22. La Lega B continua a rinviare l’introduzione della tecnologia, con l'AIA che non demorde nell'evidenziare l'impossibilità complessiva di portare il VAR in B: non ci sono risorse - soprattutto in un periodo delicato come quello attuale -, per poter coprire tutti i campi del campionato cadetto. Nessuno lo ha ammesso apertamente, ma la situazione è abbastanza chiara a tutti gli addetti ai lavori.
QUESTIONE DI MILLIMETRI - In un calcio in cui si tirano linee virtuali calibrate al millimetro per capire quanto spazio intercorre tra due giocatori avversari, il secondo torneo italiano deve accontentarsi ancora dell’occhio umano. Nulla togliere alla preparazione dei direttori di gara, ma una decisione sbagliata può cambiare il corso del match: dopo una chiamata discutibile la partita - tra proteste e urlacci vari - rischia di sfuggire al controllo dell'arbitro. L’errore umano, assolutamente concesso a chiunque, può essere corretto dalla tecnologia: in partite combattute e con diversi episodi chiave da valutare è impossibile non affidarsi al replay immediato.
IL CASO BRESCIA-VICENZA - L’ultimo episodio in ordine cronologico riguarda la sfida del Mario Rigamonti. Tre rigori non concessi e un gol regolare annullato per fuorigioco. Il terzo tocco di braccio - avvenuto prima dell’azione della rete invalidata ai padroni di casa - è sembrato evidente anche a occhio nudo. Illuzzi non ha concesso il penalty e con l'aiuto dell'assistente ha annullato il 3-1 siglato da Torregrossa. Tante recriminazioni, con diversi episodi chiave a influenzare il posticipo della diciassettesima giornata.
COSTI E GESTIONE - Ai tempi del VAR in tutta Europa, la richiesta della tecnologia in campo diventa un mantra davanti ogni singolo errore arbitrale. Corretto richiedere maggiore attenzione - anche da parte delle società coinvolte -, ma è necessario fare i conti: manca in primis il materiale umano per poter gestire la tecnologia. I costi, in questo caso, lieviterebbero notevolmente: coprire tutto il campionato e tutte le gare in programma non è affatto semplice. Ragionamenti e operazioni aritmetiche a parte, bisogna comunque trovare un punto in comune per poter evitare ulteriori polemiche. Il VAR in serie B, considerando i vari fattori presi in considerazione, diventa uno strumento a cui non si può più rinunciare.
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