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FORZA LEONARDO!
sabato 26 dicembre 2020, 18:44Primo Piano
di Redazione TuttoPotenza
per Tuttopotenza.com
fonte derbyderbyderby.it

FORZA LEONARDO!

Il 50enne Leonardo Volturno è stato il capitano del Potenza anni ’90. Nel 2018 ha scoperto la malattia e ora ne parla per la prima volta. Ma a dargli voce, la sua l’ha persa, è la moglie Anna e gli ex compagni di squadra che lo seguono e lo ricordano in campo come "il Nesta lucano". Classe 1970, il suo mezzo secolo di vita l’ex capitano coraggioso del Potenza anni ’90 l’ha trascorso sdraiato a letto, perché da maggio 2018 deve fare i conti con l’avversario più bastardo senza gloria che gli sia mai capitato di incontrare: la Sla (Sclerosi laterale amiotrofica).

Avvenire ha voluto dedicare a Leo la sua Storia di Natale, dopo che la Sla, il “Morbo del Pallone” ha già fatto le sue vittime. Pietro Anastasi e Giovanni Bertini, sono state le ultime due vite spezzate in Serie A, tra gli oltre 60 calciatori colpiti dalla malattia che, secondo l’Istituto Superiore di Sanità diretto dal dottor Nicola Vanacore, presenta la maggiore incidenza di casi proprio nella popolazione calcistica. Volturno, l’ennesimo capitano coraggioso colpito dal Morbo, come Armando Segato, Gianluca Signorini, Adriano Lombardi... Un uomo costretto a giocare sempre più in difesa della sua vita e della sua famiglia. Oltre ad Anna ci sono i due figli Daniele (25 anni) e Christian (15) che ora hanno deciso di rendere pubblica la malattia dell’ex calciatore. Leo fa fatica a parlare, dopo la peg non è più uscito di casa, e solo sua moglie può prestargli la voce, che lui non ha più, per raccontare questa storia. "È cominciato tutto il 1° maggio di due anni fa con una fascicolazione al braccio destro. Pensavamo si trattasse di un ictus transitorio, ma al pronto soccorso di Potenza dopo due ore di accertamenti avevano già il sospetto che fosse Sla. Poi la visita specialistica a Torino dal prof. Adriano Chiò, un luminare in materia. Sette giorni di ricovero ospedaliero e infine la sentenza implacabile: Sla bulbare e spinale". I tifosi lo ricordano e lo ringraziano ancora. Quegli stessi tifosi che l’hanno eletto “Calciatore del secolo” pur avendo militato nel Potenza degli anni più bui, quelli del dilettantismo e dei fallimenti societari. "Ma Leo sarebbe potuto diventare tranquillamente un professionista. Comandava la difesa con l’eleganza e i tempi di un Nesta per intenderci", racconta sempre ad Avvenire il suo ex compagno di squadra, Giuseppe Catalano che di quel Potenza di capitan Volturno era il portiere. "Con Massimo Drago (ex allenatore della Reggina) costituiva la coppia dei difensori centrali. Nel campionato 2001-2002 grazie anche a Leo, ragazzo generoso e intelligentissimo, siamo stati promossi in C2. Poi quell’estate venne ceduto, ma non ha mai smesso di amare questa maglia e i colori del Potenza", continua Catalano che dell’attuale club lucano è il preparatore dei portieri. Spiega sua moglie: "Ora Leo comunica solo con noi di casa e suo fratello Vito: abita al piano di sotto e basta un colpo al pavimento che subito interviene a darci una mano e soccorrerci". Le crisi respiratorie sono sempre in agguato, come i momenti di depressione, specie in questi giorni di un Natale offuscato dalla pandemia. "Il Covid si è appena portato via i due cognati di Leo, uomini di 52 e 63 anni, erano due fratelli che avevano sposato le sue sorelle. È stato un altro colpo durissimo per lui".