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Il Foggia a Potenza gioca la partita perfetta
domenica 14 aprile 2024, 09:51Primo Piano
di Redazione
per Tuttopotenza.com
fonte Foggiatoday.it/Foto Esposito

Il Foggia a Potenza gioca la partita perfetta

I dauni senza sei calciatori annichiliscono i rosso-blù a livello tecnico-tattico

Il pomeriggio perfetto. Il Foggia si ritrova al 'Viviani' di Potenza: tre calci all'emergenza, alla sfortuna e ai cattivi pensieri dopo le due sconfitte con Latina e Casertana. Salines, Gagliano e Antonacci (al primo gol in serie C) sono i marcatori di una sfida equilibrata fino al primo gol dei satanelli. La follia dell'esperto Schiattarella (espulso in avvio di secondo tempo) ha di fatto cancellato le velleita di rimonta della squadra di Marchionni, che ora rischia seriamente di essere risucchiata in zona playout. Ritrova invece il decimo posto il Foggia, che beneficia del passo falso del Sorrento a Brindisi e attende con curiosità la sfida del 'Monterisi' tra Cerignola e Virtus Francavilla. Un esito favorevole agli ofantini renderebbe ancora più avvincente il derby di Capitanata in programma domenica prossima allo 'Zaccheria'. 

L’urgenza contro l’emergenza. Potenza-Foggia si potrebbe sintetizzare così, il confronto fra la necessità dei lucani di fare punti per levarsi quanto prima le ansie che la vicinanza della zona playout genera, e la voglia del Foggia di risollevarsi dopo i k.o. con Latina e Casertana e le ancor più pesanti batoste inflittegli dalla sfiga. Sì, perché l’elenco degli indisponibili, tolti gli squalificati Tascone e Odjer, è un campionario di guai fisici, molti dei quali affatto banali. Cudini (sostituito in panchina dal vice Ricchetti), tuttavia, riesce a trovare il modo per non sconfessare l’ormai collaudato 3-4-2-1, ricostruendo la mediana con Di Noia e Martini, e affidando a Schenetti (con Rolando) la delega alla fantasia per colmare la pesantissima assenza di Millico. L’avvio di gara sembra promettere scenari pirotecnici. Il nome di Riccardi finisce sul taccuino dei cattivi prima ancora che la lancetta dei secondi completi il suo primo giro, per bloccare una bella combinazione sullo stretto dei padroni di casa. È un fuoco di paglia, perché la partita, pur mantenendo toni agonistici alti, è troppo frammentata. Il piano di gioco è chiaro: il Potenza tenta di fare la partita, il Foggia è raccolto in spazi piuttosto ristretti, ma appena può, si affaccia dalle parti di Alastra. O almeno ci prova. Malgrado l’assenza di Millico, il Foggia predilige comunque l’out mancino per tentare di far male. Su quel fronte si costruisce la più bella azione del primo tempo, sull’asse Schenetti-Vezzoni, conclusasi con un traversone basso sul quale Gagliano non trova la deviazione vincente. Determinante, invece, è la deviazione di Armini sulla conclusione di Schenetti al termine di una ripartenza azionata da Gagliano. La squadra di Marchionni, invece, si appoggia molto su Saporiti (il migliore dei suoi), che spesso si sgancia per andare a rifinire, movimenti che non sempre il Foggia riesce a leggere nel migliore dei modi. Come spesso accade, è un episodio (o un calcio piazzato) a rompere gli equilibri. Così accade nel recupero, quando l’incornata del solito Salines buca Alastra e fa gioire il settore dei tifosi ospiti.

 Nell’avvio di ripresa si consuma la più classica delle situazioni da ‘sliding doors’. Perché Di Grazia (subentrato a un evanescente Asencio) va subito vicino al pari su un contropiede con la difesa del Foggia a dir poco sguarnita. Tre minuti dopo, al 4’, Schiattarella rifila a Vezzoni una violenta spinta sotto gli occhi del direttore di gara. Il rosso vien da sé. Marchionni ridisegna i suoi con un 4-3-2 abbastanza spregiudicato che inizialmente sembra anche sorprendere la formazione di Cudini. Dal canto suo, i rossoneri possono beneficiare di maggiori spazi in ripartenza. Al 17’ Rolando sfiora il raddoppio, ma cinque minuti più tardi trova la giocata giusta (splendido controllo a seguire in area che lascia sul posto Armini e pallonetto a scavalcare Alastra) che ispira la facile deviazione sotto porta di Gagliano. Partita di fatto chiusa. Ricchetti può concedere spazio anche a Papazov, Antonacci, Manneh e Marino (prima ancora era toccato a Tonin per Gagliano, ndr). Pochi minuti, ma sufficienti per dilatare il punteggio: Antonacci trova la sua prima gioia con il più facile dei tap in dopo il palo centrato dalla distanza da Marino.