Un anno fa l’addio di De Rossi, il saluto che diede inizio dell’epurazione romana dal club
Già, perché pochi giorni dopo, il 17 giugno, Totti convoca una conferenza stampa nel Salone d’Onore del Coni per svestirsi definitivamente dei panni da dirigente della Roma e lasciare la società per la quale ha sempre lottato. Motivazione: troppo poco spazio decisionale all’interno del club e nel giro di 20 giorni i giallorossi salutano le due bandiere degli ultimi 30 anni. Il passaggio di consegne a Florenzi non scalda gli animi dei tifosi e tra l’esterno e il nuovo tecnico Fonseca non scatta la scintilla.
Dopo sei mesi dall’arrivo del portoghese Alessandro va in prestito al Valencia per giocare e non perdere l’europeo che poi sarà rimandato. A fine stagione tornerà nella Capitale, dove comunque sarà solo di passaggio. Dunque a Trigoria è rimasto il solo Pellegrini mantenere quella romanità e quel senso di appartenenza che ha sempre contraddistinto negli anni la Roma. La certezza che resti, però, non ce l’ha neanche il sette giallorosso. Fienga vorrebbe rinnovargli il contratto eliminando la clausola rescissoria da 30 milioni che pende sulla testa del calciatore, ma l’indebitamento del club non permette di escludere a priori una sua cessione nella prossima sessione di mercato. Si farà di tutto per evitarlo, ma dovesse dire addio anche Lorenzo, allora sì che sarà completa l’epurazione dei romani dal club.