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De Rossi si è guadagnato la Roma. Cannavaro: "Bravo, ha iniziato a far ragionare i giocatori"
Fabio Cannavaro è intervenuto ai microfoni di Radio Serie A, soffermandosi tra le altre cose su Daniele De Rossi. Il tecnico è stato confermato dalla Roma anche per il prossimo anno e stasera si giocherà l'accesso alle semifinali di Europa League contro il Milan: "Daniele è l'esempio che forse si avvicina più al mio - sottolinea Cannavaro -. È andato a Ferrara e dopo ha avuto l'opportunità di allenare la Roma, una grande squadra con grandissimi giocatori. Adesso stanno facendo quello che era nell'immaginario di tutti quanti. Al giorno d'oggi il calcio è diverso rispetto ai nostri tempi, dove potevi tranquillamente fare solo gestione. Ora i giocatori pretendono dagli allenatori conoscenze, concetti, idee di possesso e non possesso che prima l'allenatore non doveva avere".
"Oggi, dopo i primi due allenamenti, se ai giocatori non parli di calcio se ne accorgono. Crescono già nei settori giovanili parlando di tattica e movimenti, se non proponi qualcosa se ne rendono conto subito. Daniele è stato bravo perché ha iniziato a far ragionare i giocatori, a farli pensare all'occupazione degli spazi, ad attaccare la profondità, a rompere le linee, a giocare corto e lungo: il giocatore si diverte, perché inizia a ragionare".
"Allenatori che mi hanno fatto annoiare? Daniel Passarella, a Parma, non capì il momento: invece che essere duro con noi, avrebbe dovuto essere più morbido. Ci negava alcune cose: eravamo abituati ad andare al cinema in ritiro, voleva fare il duro e ci tolse la possibilità di farlo. Poi ho avuto grandi allenatori: Malesani già vent'anni fa parlava di calcio moderno, quello che oggi vedi con il Manchester City o con Roberto De Zerbi. Non penso che qualcuno si sia inventato il calcio: c'è chi lo racconta meglio".
"Oggi, dopo i primi due allenamenti, se ai giocatori non parli di calcio se ne accorgono. Crescono già nei settori giovanili parlando di tattica e movimenti, se non proponi qualcosa se ne rendono conto subito. Daniele è stato bravo perché ha iniziato a far ragionare i giocatori, a farli pensare all'occupazione degli spazi, ad attaccare la profondità, a rompere le linee, a giocare corto e lungo: il giocatore si diverte, perché inizia a ragionare".
"Allenatori che mi hanno fatto annoiare? Daniel Passarella, a Parma, non capì il momento: invece che essere duro con noi, avrebbe dovuto essere più morbido. Ci negava alcune cose: eravamo abituati ad andare al cinema in ritiro, voleva fare il duro e ci tolse la possibilità di farlo. Poi ho avuto grandi allenatori: Malesani già vent'anni fa parlava di calcio moderno, quello che oggi vedi con il Manchester City o con Roberto De Zerbi. Non penso che qualcuno si sia inventato il calcio: c'è chi lo racconta meglio".
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